di Caterina Mangia

Quasi la metà delle donne in Italia – il 40,4 per cento – ha subito violenze psicologiche.
E’ quanto emerge da uno studio dell’Istat presentato oggi nel corso del convegno “La violenza sulle donne: i dati e gli strumenti per la valutazione della violenza di genere”.
Si tratta di un dato che ha dell’incredibile: quattro persone su dieci hanno dovuto fare i conti con comportamenti aggressivi, svalutativi e autoritari; in alcuni casi “l’asimmetria di potere può sfociare in gravi forme di svalorizzazione, limitazione, controllo fisico, psicologico ed economico”. Sono 8,3 milioni di persone – un vero e proprio esercito – coloro che rientrano in questa sfortunata categoria, mentre la violenza riguardante il controllo delle finanze riguarda il 4,6 per cento delle donne.  Prima di arrivare, in  alcuni casi, alla “violenza efferata”, ci sono dei segnali, dei “sintomi”, come li ha definiti la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Teresa Amici: “questo avviene fin dai banchi di scuola”. “E’ impressionante – ha aggiunto – la regressione nei rapporti tra i sessi nella scuola italiana”. Per evitare derive future peggiorative e per sanare quella che al momento può definirsi una vera e propria piaga sociale si deve partire dalla formazione dei più giovani: “è evidente che la battaglia principale deve essere insegnare che questa è una società di donne e uomini”.
Come tristemente noto, le donne non sono soltanto vittime di abusi psicologici: secondo lo studio il 31,5 per cento ha subito una forma di violenza fisica o sessuale – il 13,6 per cento da parte del compagno o dell’ex partner , mentre il 21 per cento (una moltitudine di 4,5 persone) ha fatto fronte ad atti sessuali vissuti come degradanti, umilianti e violenti: di queste, un milione e 157mila di persone ha purtroppo dovuto affrontare lo stupro e il tentato stupro. Il 20,2 per cento delle donne tra i 16 e i 70 anni (4,3 milioni), è inoltre stata vittima di minacce, schiaffi, calci e pugni. L’1,5 per cento di queste hanno subito danni permanenti da tentati strangolamenti, ustioni e soffocamenti. Un’ulteriore conferma del fatto che la violenza è un fenomeno ben lungi dall’essere eradicato dalla vita delle donne: al contrario, come recita lo studio, è “ampio, diffuso e polimorfo” e “incide gravemente sulla loro quotidianità”.