Il tragico incidente sul lavoro avvenuto ieri sull’autostrada A10 che ha visto travolgere da un tir una squadra di operai, con un bilancio di due morti e sette feriti, ha scosso l’opinione pubblica e provocato l’appello del segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, per una maggiore cultura della sicurezza e della salute in tutti i luoghi di lavoro del nostro Paese.
I lavoratori diretti ed indiretti dei cantieri stradali, così come i conducenti dei mezzi di trasporto, sono tra le categorie maggiormente esposte a questo genere di eventi, ma a rischio non sono soltanto loro. I pericoli sono tanti, esistono in qualsiasi luogo di lavoro ed implicano una conoscenza che evidentemente nel nostro mondo del lavoro e nella cultura del lavoro mancano.
Altrettanti sono gli strumenti che possono concorrere ad evitare tragedie simili: la prevenzione prima di tutto, quindi una adeguata formazione, controlli più capillari del territorio, peri quali sono indispensabili sia uomini che mezzi. Tra gli strumenti più all’avanguardia oggi la tanto vituperata tecnologia può essere di grande aiuto, soprattutto nelle autostrade, ma implica in ogni caso più investimenti sia da parte delle imprese sia da parte delle istituzioni preposte ai controlli. La fatalità spesso è un alibi dietro al quale si celano lacune, carenze, inconsapevolezza dei rischi.
A scatenarsi ieri sul tratto della A10 Genova-Savona, nel tratto fra Albissola e Celle Ligure, non è stato il fato né un dio vendicativo: i dati dimostrano che negli ultimi 9 mesi sono stati ben 5 i camion a ribaltarsi nello stesso tratto in cui ieri un mezzo pesante ha travolto e ucciso due operai ferendo altre nove persone. Se errare è umano, diabolico è ripetere. Il tratto – km 35 della A10, tra i caselli di Albisola Superiore e Celle Ligure, in direzione Genova – vede l’autostrada a tre corsie ma senza quella di emergenza. Il primo Tir si è ribaltato il 2 giugno 2016, nello stesso punto dell’incidente di ieri e con una dinamica molto simile. Il 4 ottobre dello stesso anno è la volta di un’autocisterna ed il 14 dicembre di un bilico che, esattamente come ieri, ha travolto anche un’auto. Poi ci sono gli incidenti avvenuti il 25 marzo 2017 e quello di ieri: e questa coincidenza è alla base della tragedia di domenica 26 marzo, dato che il cantiere in cui lavoravano gli operai uccisi era all’opera proprio per riparare i danni causati dal camion ribaltatosi il giorno prima.
La A10 Genova-Ventimiglia, secondo i dati di Aci, è l’arteria stradale più pericolosa della Liguria: nel 2015 ci sono stati 269 incidenti, 7 i decessi e 447 i feriti. Lasciamo stare il fato, affidiamoci alla tecnologia, alla scienza, a nuovi mezzi e agli uomini. Insomma, che aspettiamo ad investire di più nella prevenzione e nella sicurezza?