“Proposte per lo sviluppo della Formazione Continua in Italia”. Questo il titolo del libro di Marco Zaganella, direttore della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, presentato oggi a Roma. Il testo è stato realizzato in collaborazione e con il sostegno di Fonditalia – Fondo Paritetico Interprofessionale per la Formazione continua. Alla presentazione di oggi, presso la sala convegni “Gianfranco Imperatori” dell’Associazione Civita a Roma, ha portato il suo saluto il segretario generale dell’Ugl Francesco Paolo Capone.
Si tratta di un testo che vuole affrontare in maniera approfondita la tematica della formazione continua che dovrebbe rivestire un ruolo strategico per l’Italia, dove la crisi occupazionale è ancora molto forte. Grazie ad un’analisi approfondita dei modelli di altri Paesi, è stato possibile per l’autore avanzare proposte per un miglioramento del sistema della formazione in Italia, l’aggiornamento professionale e la certificazione delle competenze.
All’evento, moderato da Luca Iovine, aziendalista e giornalista economico, presenti anche Francesco Franco, presidente di FondItalia, Egidio Sangue, vice presidente FondItalia, Davide Premutico, ricercatore Anpal, Gaetano Sabatini, prorettore alle Relazioni Istituzionali della Università degli Studi Roma Tre, Giuseppe Parlato, Università degli Studi Internazionali di Roma, presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.
“Un recente report del The Future Laboratory commissionato da Ubs – si legge nell’introduzione di Marco Zaganella – ha evidenziato che entro il 2020 il 75% dei lavoratori dirà addio agli uffici tradizionali, mentre la tecnologia metterà a repentaglio il 47% delle attuali professioni. (…) Ancor più preoccupanti sono invece le conclusioni cui giunge un rapporto della Forrester Research, intitolato The Rise of Intelligent Agents, secondo cui nei prossimi cinque anni l’automazione supportata da software di intelligenza artificiale determinerà la perdita netta del 6% dei posti di lavoro negli Usa, generando 9,1 milioni di disoccupati (frutto della differenza tra posti di lavoro complessivamente persi, pari a 22 milioni, e posti di lavoro creati in collegamento con le nuove tecnologie). Il nostro contributo allo sviluppo della formazione continua in Italia parte dall’analisi delle principali problematiche che interessano il sistema.  Ne abbiamo individuate sette: il ruolo delle Parti Sociali, il finanziamento, il monitoraggio della qualità, la certificazione delle competenze acquisite, l’importanza nella promozione dell’inclusione sociale, il collegamento con lo sviluppo economico, il ruolo delle Università”.
“Nonostante l’incremento di adesioni e il complessivo arresto del trend negativo dell’investimento formativo delle imprese – si legge nella Premessa a cura di Francesco Franco, Presidente FondItalia, permane un’insufficiente propensione all’investimento formativo del sistema produttivo italiano e una previsione poco rosea in merito alla sempre maggiore condizione di disequilibrio tra domanda e offerta, determinata dall’assunzione di personale con un basso livello di qualificazione e di un sotto-inquadramento di quello più qualificato. Evidenza assai nefasta per il sistema Paese se si considera che una stima della relazione tra la formazione e i tassi di crescita dell’economia mostra che i paesi europei, nei quali la forza lavoro occupata è stata maggiormente coinvolta dalle imprese in attività di formazione, hanno subito una riduzione del PIL meno pronunciata rispetto a quelli nei quali le imprese sono state meno attive in tale direzione. Questa relazione suggerisce che la bassa propensione delle imprese a formare i propri addetti possa essere considerata uno dei fattori che hanno contribuito al rallentamento dell’economia italiana negli ultimi anni”.