“Ci sono scosse continue, tutte di magnitudo molto alta. La minore è stata di 4.1. In casa ormai non si può più stare e il mio pensiero resta aggrappato al dolore e alla paura che noi aquilani portiamo stretti nel cuore dal 2009. La nostra pace è svanita il 6 aprile di quell’anno. Le scosse che continuano a perseguitare la nostra esistenza sono l’eco assordante di quella ferita, purtroppo ancora sanguinante. Vorremmo rialzarci, ripartire, ma ogni volta è sempre più difficile”.

Giuliana Vespa, segretario provinciale dell’Ugl L’Aquila è terrorizzata dopo le tre forti scosse registrate questa mattina con epicentro proprio tra la sua città, Rieti ed Amatrice.

La prima scossa è stata avvertita intorno alle 10.25  tra il Lazio, l’Abruzzo e le Marche ed è stata avvertita anche a Roma e a Firenze, a Napoli e in Emilia. La magnitudo è stata di 5,3, secondo le stime dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), ed è avvenuto tra L’Aquila e Rieti a una profondità di 10 km. Dopo la prima scossa forte, ce ne sono state altre quattro di poco successive con magnitudo più alta del 3,2, poi, alle 11,14, la seconda forte botta, con magnitudo intorno a 5,5.

Pochi minuti dopo, intorno alle 11,25, un nuovo tremore prolungato, sempre con epicentro vicino allo stesso punto, con i centralini del pronto intervento che a quel punto ricevevano migliaia di telefonate. Nelle zone terremotate, nei comuni di Amatrice e Accumoli già sepolti dalla neve sono stati segnalati alcuni crolli.

Ad Amatrice è venuto giù quel poco che restava del campanile della chiesa di Sant’Agostino, e ha ceduto un cornicione della Scuola Alberghiera. Ma resta complicato fare una stima dei danni e di eventuali feriti perché i collegamenti viari con i luoghi più vicini all’epicentro sono quasi impossibili.

“Subito dopo la prima scossa  – continua il racconto la sindacalista –  insieme a mia figlia abbiamo deciso di uscire di casa. Al momento l’unico posto sicuro sembra essere la nostra auto, più che altro anche per ripararci dalle temperature glaciali che, in queste ore sono state la causa – in tutto l’Abruzzo – di una nuova emergenza neve. Mentre parliamo la montagna di fiocchi continua ad aumentare, oltre 50 centimentri al momento e, le difficoltà anche per entrare in macchina sono state molteplici. Non ne parliamo della viabilità! Tutte le strade della città sono paralizzat,  i cellulari prendono a tratti. Se continueremo così resteremo isolati!

Ed il pensiero che, ancora una volta, non potremmo rientrare in casa, ci uccide lentamente perché questo non è più vivere!”.

Scomparsi da alcune ore quindici allevatori di Arquata del Tronto: ricerche in corso 

Ad Arquata del Tronto il sindaco Aleandro Petrucci sta cercando di mettersi in contatto con una quindicina di allevatori del comune marchigiano che questa mattina si sono recati in paese per dare da mangiare al bestiame e di cui non si hanno piu’ notizie dopo le tre scosse che questa mattina hanno sconvolto nuovamente il centro Italia. “Non abbiamo più notizie: sto cercando di mettermi in contatto con loro ma il telefono non squilla- commenta alla Dire Petrucci- Spero sia solo un problema di linea telefonica e che non gli sia successo nulla. Gli allevatori non dovevano trovarsi lì perché c’è un’ordinanza di evacuazione di tutto il paese ma probabilmente si erano accampati in qualche riparo di fortuna nelle frazioni di Colle e Spelonga per stare vicino al bestiame”. Il primo cittadino di Arquata del Tronto ha allertato i Vigili del Fuoco che hanno fatto partire le ricerche.

Caos a Roma

A Roma, dove si sono avvertite tutte e tre le forti scosse, in via precauzionale sono state chiuse in mattinata le metro A e B, dopo i dovuto sopralluoghi è in corsa la riattivazione delle linee.

Il commento del Segretario Generale dell’Ugl

Capone: “Da emergenza nasca progetto rilancio, Ue non sia cieca” 

“L’Ue non sia cieca e si renda conto dell’oggettivo stato di emergenza in cui continua a versare il nostro  Paese, a causa dal terremoto fino ad arrivare alla questione  migranti”.

Ad affermarlo in una nota è il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, spiegando che “non stiamo difendendo la manovra del governo Renzi, la cui tenuta finanziaria abbiamo in  ogni occasione ampiamente criticato, ma solo un principio di realtà e di solidarietà verso le popolazioni colpite dal sisma”.

La lettera di ieri della Commissione Ue, sottolinea il sindacalista, “può diventare carta straccia alla luce delle forti scosse di oggi e  degli scarsi progressi fatti fin qui in termini di ricostruzione, di messa in sicurezza del nostro patrimonio immobiliare e di dissesto  idrogeologico”.

Ribadiamo, sottolinea, “quanto già detto a Palazzo Chigi sul piano Casa Italia: dalla tragedia del terremoto il governo Gentiloni può e deve trarre una occasione, adeguatamente pianficata, di rilancio e di sviluppo a vantaggio dei singoli Comuni e dell’Italia intera, tanto più che il nostro Paese non riesce a crescere, a creare posti di lavoro, ad assistere ad una vera ripresa dell’industria nel suo insieme e del mercato interno. Per fare questo ci vogliono più risorse”. Oggi invece, conclude Capone, “ci troviamo di fronte ad una  situazione paradossale: un Paese intero è al servizio dei conti  pubblici, quando invece dovrebbero essere i conti pubblici al servizio del Paese. L’Ue è solo vittima di se stessa, non dell’antipolitica e  dell’antieuropeismo”.