di Daniele Milani

Nel corso di una ottima trasmissione televisiva condotta da Corrado Augias il Professor Massimo Cacciari ci ha deliziato (detto senza ironia) con la eccellente presentazione del suo ultimo libro “occidente senza utopie” scritto insieme a Paolo Prodi per i tipi de Il Mulino.

La tesi del Professore consiste nella seguente  affermazione: “L’utopia è un progetto, la profezia è imprevedibilità; L’una nega l’altra e poco resta della politica moderna quando cessa la sua lotta contro la profezia laddove l’utopia è prefigurazione della realtà mentre la profezia consiste nel restare aperti all’imprevedibilità; pertanto il politico deve essere utopico e appalesarsi come l’antagonista del profeta.

La tesi è affascinante. Si pensi a coloro che hanno voluto costruire un sistema di pensiero politico basato su una visione profetica; Primo tra tutti Marx.

Questi, dopo aver delineato un esame sociologico per mezzo del quale ha delineato le divisioni della società in classi, rigidamente considerate, ha dedicato i suoi scritti, quasi esclusivamente alle sorti di queste, ed in particolare a quelle del proletariato, profetizzando i destini dell’umanità senza mai minimamente e sostanzialmente indicare i mezzi con i quali tali destini potessero inverarsi.

Il risultato è stato quello che abbiamo sotto gli occhi: un totale fallimento determinato dalla discrasia delle profezie di Marx dalla realtà come si è andata appalesando.

Del resto, al contrario, i profeti consapevoli del loro essere tali, hanno sempre preso le distanze da tali atteggiamenti, tenendosi alla larga dalla tentazione di voler incidere sulla realtà immanente: Uno tra tutti, il più grande, Gesù di Nazareth, ha messo le mani avanti in termini di incidenza sulla realtà del suo tempo e dei tempi futuri;  “il mio regno non è di questo mondo”.

Tutto ciò, però, non deve necessariamente portarci ad affermare un primato dell’utopia rispetto alla profezia. Si può semplicemente affermare che la confusione tra le due manifestazioni del pensiero nuoce ad una visione escatologica della storia e dell’uomo. Si parla essenzialmente del dualismo tra fisica e metafisica.

Politicamente, e quindi utopisticamente, vale come alto pensiero quanto scritto da Thomas Edward Lawrence; meglio conosciuto come Lawrence d’ Arabia: “Tutti gli uomini sognano ma non nello stesso modo. Quelli che sognano di notte nei polverosi recessi delle loro menti si svegliano al mattino per scoprirne la fatuità, ma i sognatori di giorno sono persone pericolose perchè possono agire sul loro sogno, con occhi aperti, per renderlo possibile”.