Augusto Ghinelli, segretario confederale e responsabile del Dipartimento Pubblico Impiego Ugl

Augusto Ghinelli, segretario confederale e responsabile del Dipartimento Pubblico Impiego Ugl

Ghinelli, ieri, c’è stato un importante incontro con il ministro Madia, cosa è emerso di concreto?

Possiamo dire che il confronto con il ministro alla Funzione Pubblica, Marianna Madia, ha riaperto un dialogo con le parti sociali, che da troppo tempo non c’era più. Il ministro ha spiegato le linee guida per arrivare ai rinnovi contrattuali, ormai congelati dal lontano anno 2009. Ovvero: il reclutamento, che dovrà essere mirato alle esigenze delle professionalità, di ogni singola amministrazione; La mobilità d’ufficio, con la possibilità di trasferire più rapidamente il lavoratore, nell’intero ambito delle Amministrazioni Pubbliche; La valutazione, premiando con le risorse economiche disponibili, i lavoratori che si sono distinti per le loro qualità professionali. Eliminando il vecchio concetto delle risorse accessorie a pioggia per tutti. Per il ministro Madia, il nuovo contratto, dovrà incrociare necessariamente questi punti”.

Cadono i due pilastri degli statali. Addio al posto fisso e scatti automatici, dipendenti licenziati dopo due anni se in eccedenza rispetto ai compiti dell’ufficio o alle risorse disponibili; Visite fiscali automatiche per le assenze al venerdì. Sono molteplici le novità nella bozza preparata dal governo per il nuovo testo Unico sul pubblico impiego.  Cosa ne pensa?

Veramente il posto fisso non esiste più, già dalla riforma Brunetta. Come anche, gli scatti automatici, già ora, legati al superamento delle prove per le riqualificazioni professionali interne, in ogni singola Amministrazione Pubblica. Le visite fiscali scattano in automatico, per le malattie del lunedì e del venerdì, ma generalmente non si concretizzano, perché le Asl competenti per territorio, sono sotto organico e non possono sopperire a tutte le richieste, che vorrei ricordare, vengono anche dalle aziende private. Le novità sul nuovo Testo Unico, in realtà non le conosce nessuno. Infatti con tutta probabilità, le conosceremo entro il prossimo 15 settembre, quando saremo convocati all’Aran, per discutere proprio sul nuovo testo unico, che ci auguriamo, non sia costituito unicamente da regole restrittive e spending review”.

Cosa si può fare per dare sostegno a questa categoria completamente affossata e penalizzata dal Governo?

Il Governo è il datore di lavoro di questa categoria e, come tale, scarica sui lavoratori pubblici tutte le problematiche di un apparato pubblico vetusto ormai al collasso. Sono decenni che non si investono risorse economiche nella PA e in questo lungo lasso di tempo, questo ha generato nelle Amministrazioni Pubbliche un gap professionale, strutturale e tecnologico, oggi difficilmente colmabile. Quando si pronuncia “Riforma della Pubblica Amministrazione”, è logico pensare che si parli d’investimenti economici  mirati al risanamento dell’insieme della macchina della PA, mentre, invece, il Governo ha compiuto l’esatto contrario, attraverso una mal celata spending review, con tagli lineari e senza una vera idea sulle eventuali conseguenze future. Per rilanciare la categoria, ci vuole prima di tutto un buon contratto economico, nuove regole che valorizzino i dipendenti pubblici e investimenti per riqualificare periodicamente tutti gli organici”.