Ora è direttamente il ministro del lavoro, Luigi Di Maio, a voler accelerare sul versante del salario minimo orario definito per legge. «Mi aspetto che già da oggi si lavori meglio in Senato – ha scritto il leader del Movimento 5 Stelle sulla sua pagina Facebook -. Non c’è più tempo da perdere». Come raccontato più volte, da un paio di mesi è in corso una discussione che è partita da un disegno di legge presentato dalla presidente della commissione lavoro del Senato, la pentastellata Nunzia Catalfo. Dopo le audizioni iniziali, nelle quali le sigle sindacali e, soprattutto, le associazioni datoriali hanno evidenziato una serie di criticità derivanti, da una parte, dalla introduzione di una soglia minima a nove euro lordi e, dall’altra, dal rischio di marginalizzare la contrattazione collettiva, la quale mette insieme aspetti economici ed altri normativi. I successivi tavoli tecnici, portati avanti, in particolare, con il sindacato confederale, dalla Cgil alla Ugl, hanno permesso di fare alcuni passi avanti, in particolare con il richiamo esplicito alla contrattazione collettiva. Restano, però, in piedi diversi nodi non ancora risolti, così come resta irrisolta la questione dell’inquadramento contrattuale dei rider, i ciclo-fattorini occupati nella consegna di pasti a domicilio, un tema sul quale si era speso in prima persona lo stesso ministro del lavoro, ma che è ancora in sospeso.