di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Nel pomeriggio odierno, presso la sede confederale dell’Ugl, il Sindacato incontrerà gli inviati ufficiali del Presidente ad interim del Venezuela, Juan Guaidò, in Italia. Della delegazione venezuelana, che ha già incontrato i vertici della politica italiana, fanno parte, fra gli altri, Francisco Josè Sucre Giffuni, Presidente della commissione affari esteri dell’Assemblea Nazionale, Rodrigo Diamanti, Rappresentante europeo del Venezuela per gli aiuti umanitari e Antonio José Ledezma Díaz, politico dell’opposizione venezuelana nonché ex Sindaco Metropolitano di Caracas. L’obiettivo dell’incontro, organizzato dal nostro Ufficio Relazioni Internazionali, è quello di rendere partecipe anche il Sindacato del difficile processo di risoluzione della grave crisi politica e umanitaria in atto. Vogliamo esprimere tutta la solidarietà dell’Ugl nei confronti dei venezuelani, anche a causa del particolare legame che unisce l’Italia al Paese caraibico, che, non dimentichiamo, ospita una nutrita comunità italiana, composta da circa 160mila nostri connazionali attualmente residenti e più di un milione di persone con ascendenze italiane. E vogliamo anche sollecitare la politica a fare del suo meglio per risolvere al più presto la situazione. Il Paese è allo stremo dal punto di vista economico, schiacciato dalle politiche di Maduro, dalla corruzione interna e dalle sanzioni economiche internazionali, con una carenza di generi alimentari, farmaci e beni di prima necessità. Una crisi umanitaria che ha fatto migliaia di vittime ed ha costretto molti venezuelani ad abbandonare il Paese. Dal punto di vista politico e sociale, è in atto da anni una dura repressione nei confronti delle opposizioni e verso ogni forma di protesta contro il regime di Maduro, accusato di essere stato rieletto presidente attraverso brogli e violenze. Ora è necessario che il Venezuela possa finalmente tornare alla normalità che merita. Un Paese che potrebbe vivere nella prosperità, data la sua ricchezza di materie prime, la sua invidiabile posizione geografica, le sue bellezze naturali, la sua cultura, ma che ora è costretto invece a sopravvivere nella miseria e nel terrore. L’unica strada percorribile è quella di permettere ai Venezuelani di esprimersi attraverso elezioni finalmente libere e democratiche, potendo scegliere senza paura chi deve porsi alla guida politica del Paese. Che si proceda, quindi, a far entrare gli aiuti umanitari, al riconoscimento del Presidente ad interim Juan Guaidò e che Maduro si dimetta per rispettare il percorso costituzionale, al fine di consentire al Venezuela di procedere subito verso nuove consultazioni elettorali, che siano pacifiche e trasparenti, nella libertà e senza la minaccia delle ritorsioni del regime, per garantire finalmente una piena autodeterminazione al popolo Venezuelano.