Domenica il Consiglio europeo straordinario. La partita più difficile si giocherà al Parlamento di Westminster

Dopo i primi via libera (quello dei ministri degli Affari europei e dei commissari UE), sarà domenica una giornata cruciale per la Brexit. Dopo il vertice europeo straordinario che si terrà domenica a Bruxelles, la partita, per la premier britannica Theresa May, sarà tutta interna. Anche se qualche scoglio, ancora, in sede comunitaria, andrà superato. Come le distanza con la Spagna, che ha minacciato di mettere il veto se prima non verrà chiarito il futuro di Gibilterra (territorio britannico a sud della Spagna). L’ostacolo più duro, però, è nel Regno Unito. Perché l’accordo dovrà essere approvato dal parlamento di Westminster, ma al momento i numeri non sono dalla parte di Downing Street. Oltre al Labour, i liberaldemocratici e gli indipendentisti scozzesi, anche il Partito unionista nord-irlandese – fondamentale per la maggioranza – potrebbe votare contro. E agli esponenti del Dup potrebbero aggiungersi alcuni tories, contrari alla bozza di accordo tra Londra e Bruxelles. May, in ogni caso, conta di convincere nelle prossime settimane gli scettici. Se l’accordo verrà ratificato – dopodiché al riguardo si esprimeranno gli eurodeputati –, il Regno Unito uscirà dall’Unione europea il 29 marzo 2019, anche se in realtà le regole comunitarie continueranno a valere per Londra nel periodo di transizione, in teoria fino al 31 dicembre 2020, ma non si esclude possa essere prorogato fino al 2022.