Wall Street mercoledì ha registrato un pesante tonfo. I titoli tecnologici sono stati interessati da vendite massicce, facendo crollare prima il Nasdaq e poi gli altri listini. Il Dow Jones ha infatti perso il 3,15% un risultato vicino a quello del febbraio scorso, il Nasdaq, invece, è sceso del 4,08%, come all’indomani del referendum della Brexit, mentre S&P 500 è sceso del 3,29%. Poco dopo la chiusura dei mercati, il presidente Donald Trump – pur assicurando che il mercato azionario continuerà a crescere («perché i fondamentali dell’economia americana restano incredibilmente forti») – ha criticato le decisioni della FED riguardanti il rialzo dei tassi. Secondo alcuni analisti, invece, la causa è da ricercarsi nell’inasprirsi sempre più della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Dopo il mercato statunitense anche le borse asiatiche hanno riscontrato criticità: quella di Tokyo ha perso il 3,89% lasciando per strada 900 punti. Giù anche Hong Kong (-3,79%), Shangai (-4,91%) e Shenzhen (-5,96%). Più stabili, ma non tutti in positivo, i listini europei. Milano ha aperto con un calo dell’1,1%. Tuttavia a Piazza Affari sono rimaste in positivo alcune banche, mentre lo spread ha rallentato a 305 punti dopo i 310 toccati nell’arco della mattinata. Londra ha registrato una flessione del 1,84%, Parigi dell’1,55 e Francoforte dell’1,48%.