di Caterina Mangia

Dopo 17 anni, riapre la fermata della metro del World Trade Center a New York. Si rimargina così un’altra delle ferite che, quel fatidico 11 settembre del 2001, squarciò le strade della Grande Mela insieme al cuore dei suoi abitanti e a quelli di tutto il mondo. Quasi un ventennio dopo l’attacco alle Twin Towers, al World Trade Center, e al Pentagono di Washington, che causò quasi tremila vittime e seimila feriti, chiunque può affermare che è come se il tempo non fosse mai passato: ognuno di noi ricorda con precisione dov’era e cosa stava facendo quando è stato raggiunto dalla notizia. Ognuno di noi ha impressa negli occhi e nell’anima l’immagine del cuore degli Usa colpiti, delle torri accasciate su se stesse, delle persone disperate che si gettavano nel vuoto per cercare la salvezza. Quasi tutti noi ricordiamo “The falling man”, la fotografia che ritrae un uomo precipitare a capofitto di fronte al grattacielo: l’emblema del salto nel vuoto che quella giornata rappresentò per il mondo interno. Dopo l’11 settembre, infatti, 2001 l’Occidente non è stato più lo stesso: la percezione di sicurezza e protezione che, a partire dal dopoguerra e ancor di più dopo la fine della Guerra fredda, aveva accarezzato i suoi abitanti è finita in pochi istanti, in una sola, terribile giornata.
E’ a partire dall’11 settembre 2001, che il cuore di ogni individuo sente più forte il freddo dell’insicurezza, il peso di una grande e tenebrosa minaccia.
Da quella data in poi, infatti, sotto diversi vessilli e formazioni, dal Al Qaeda a Fatah al-Islam, fino allo sventolare cupo delle bandiere nere dell’Isis, il terrorismo di matrice islamista ha lasciato una scia di sangue che sembra, purtroppo, non avere fine: gli attentati di Madrid dell’11 marzo 2004, la strage al Bataclan, la carneficina alla redazione di Charlie Hebdo restano indelebili nella coscienza collettiva.
«L’11 settembre 2001 – ha scritto in una nota la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati – non fu colpita solo New York, non furono colpiti  solo gli Stati Uniti; furono colpiti tutti coloro che credono nella libertà, nella democrazia, nello Stato di diritto».
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, oggi ha ricevuto al Quirinale l’ambasciatore degli Stati Uniti d’America, Lewis Michael Eisenberg, per esprimergli l’amicizia e la vicinanza del popolo italiano in occasione dell’anniversario dell’attentato che ha cambiato il volto del mondo.