Primo giro di boa per il decreto-legge Dignità con una grande novità rispetto alle tendenze degli ultimi anni. La Camera ha infatti approvato il provvedimento senza che il governo ricorresse alla fiducia, cosa che, viceversa, era quasi diventata la prassi, tanto che lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva invitato l’esecutivo a limitare il ricorso allo strumento ultimo per tacitare le minoranze parlamentari. Il percorso avviato nelle Commissioni finanze e lavoro ha permesso di apportare alcune modifiche al testo originario del decreto-legge che ora per il ministro Luigi Di Maio è «migliorato». Relativamente ai contenuti, si conferma il taglio della durata massima dei contratti a termine, che scende da 36 a 24 mesi. Un emendamento ha introdotto una disciplina transitoria fino al prossimo 31 ottobre con riferimento ai rinnovi e alle proroghe dei contratti in corso. Il decreto rivede anche la disciplina del contratto di prestazione occasionale, prevedendo un paio di deroghe alla norma introdotta lo scorso anno dal governo Gentiloni: in agricoltura e nel settore alberghiero ricettivo del turismo, lo strumento è utilizzabile nelle imprese fino ad otto dipendenti invece di cinque. Importante, l’introduzione di un bonus triennale per le assunzioni di under 35 nel 2019 e nel 2020: senza questo emendamento l’agevolazione contributiva sarebbe spettata solo ai minori di 29 anni.