di Caterina Mangia

Capita anche a Parigi: i turisti presenti in questi giorni nella capitale francese sono rimasti “a bocca asciutta” di fronte alla Tour Eiffel, rimasta chiusa fino a questa mattina per uno sciopero dei lavoratori. Dal pomeriggio del 1° agosto fino stamani nessun visitatore è potuto entrare e scalare le altezze della Dama di Ferro, simbolo della Ville Lumiere. I 30mila viaggiatori rimasti ai piedi del celebre monumento non hanno nascosto la loro frustrazione, ma ieri il loro scontento non è riuscito a scoraggiare i sindacati. In particolare, le sigle CGT e FO hanno denunciato le «file d’attesa a volte mostruose» derivanti, a loro parere, dall’accoglienza dei visitatori dotati di biglietti di prevendita che permettono di entrare a orari specifici. Questa mattina è stata però trovata un’intesa con la direzione su una soluzione sperimentale che sarà adottata dal 6 al 31 agosto: saranno costituite due file distinte, una delle quali sarà dedicata specificamente «ai visitatori  muniti di biglietti elettronici». Nel frattempo la Sete, la società che gestisce la Tour Eiffel, si è affrettata a «rinnovare le scuse a tutti i visitatori che hanno trovato le porte chiuse».
La vicenda francese richiama alla mente quanto avvenuto nel 2015 con il Colosseo, rimasto chiuso per una manciata di ore per un’assemblea sindacale sul tema del salario accessorio: apriti cielo, l’iniziativa scatenò un putiferio, che portò all’equiparazione dei musei a scuole, ospedali, stazioni e luoghi pubblici come servizi pubblici essenziali.