Il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, veste i panni del sindacalista: «Il piano di Arcelor Mittal su Ilva deve migliorare». E deve migliorare proprio su quei punti sui quali il sindacato insiste da tempo: l’occupazione e la tutela ambientale. Dopo lo stop al passaggio di consegne fra i commissari e la nuova proprietà, che sarebbe dovuto avvenire il 1 luglio e che, invece, è slittato al 15 settembre, il titolare del doppio dicastero di via Veneto è tornato ad incontrare le parti in una riunione che si è tenuta al Mise. In buona sostanza, Di Maio, dopo aver approfondito le circa 23mila pagina del dossier Ilva, è arrivato alla conclusione che quanto messo nero su bianco dalla nuova proprietà non è sufficiente, per cui serviranno proposte «fortemente migliorative». Le reazioni del fronte sindacale sono state diverse. La Fiom-Cgil si è detta d’accordo con il ministro, mentre la Fim-Cisl ha invitato Di Maio a fare «di più e di meglio», visto che il sindacato aspetta «da troppi anni». L’Ugl confida «nel che il ministro può avere nei confronti di Arcelor Mittal, fino ad oggi sorda a qualsiasi richiesta proveniente dalle organizzazioni sindacali». La Uil, infine, ha espresso delusione: «Ci aspettavamo sicuramente qualcosa in più». Insomma, la situazione rimane ancora fluida, anche se si osserva un tentativo di cambio di marcia rispetto agli ultimi mesi.