di Caterina Mangia

Sono sempre di più – arrivano a 7 milioni – le persone e le famiglie in Italia costrette a indebitarsi per far fronte alle spese sanitarie; quasi tre milioni di cittadini, inoltre, hanno dovuto utilizzare i proventi della vendita di una casa o mettere mano ai risparmi per curarsi adeguatamente.
Questo il quadro allarmante dipinto oggi dal Rapporto Censis-Rbm Assicurazione Salute, da cui emerge che la spesa sanitaria privata degli italiani è in crescita, arrivando a 40 miliardi di euro rispetto ai 37,3 dello scorso anno, e aumentando in termini reali del 9,6% nel periodo 2013-2017. Nell’ultimo anno, sono 44 milioni gli italiani che hanno messo mano al portafoglio per pagare, con o senza il ticket, le prestazioni sanitarie. Solo il 41% degli italiani, inoltre, fa fronte alla spesa con il proprio reddito, mentre il 23,3% attinge ai risparmi e il 35,6% fa debiti o fa ricorso ai soldi messi da parte.
La spesa sanitaria privata, si legge nel report, «pesa di più sui budget delle famiglie più deboli e a basso reddito: la tredicesima di un operaio se ne va in cure sanitarie per sé e i familiari, quasi 1.100 euro all’anno». In poche parole, per le fasce più disagiate piove sul bagnato.
Per Marco Vecchieti, ad di Rbm Assicurazione Salute, «è necessario un secondo pilastro anche in sanità, che renda disponibile su base universale – quindi a tutti i cittadini – le soluzioni che molte aziende attualmente riservano ai propri dipendenti. In questo modo si potrebbe dimezzare il costo delle cure che oggi schiaccia i redditi familiari, con un risparmio per ciascun cittadino di circa 340 euro all’anno».