Mentre le trattative per la nascita di un nuovo Governo sembrano procedere in un clima di incertezza, oggi le Commissioni speciali riunite di Camera e Senato hanno ascoltato, tra gli altri, le Organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) nell’ambito dell’attività conoscitiva preliminare all’esame del Documento di economia e finanza (Def) 2018. «Un Documento – sostiene l’Ugl – che sconta l’evidente limite di essere stato predisposto da un Esecutivo il cui mandato è scaduto».
Decisamente negativo anche il giudizio della Cgil, secondo la quale si tratta di un «documento tecnico che va nella direzione sbagliata», «privo di elementi programmatici che si limita alla descrizione dell’evoluzione economico-finanziaria, all’aggiornamento delle previsioni macroeconomiche e del quadro di finanza pubblica tendenziale per il nostro paese», lasciando «un’eredità pesante» che conferma la logica di dell’«austerità, flessibilità condizionata e svalutazione competitiva», affidando «la crescita alle sole forze di mercato». Più conciliante ma non meno severo nell’indicare i divari del Paese il giudizio della Cisl: «Chiediamo di sostenere maggiormente, attraverso il bilancio del Paese, gli investimenti pubblici e la domanda per consumi della famiglie. Registriamo una simmetria tra ripresa e benessere, siamo dell’idea che la politica di bilancio non sia riuscita a mobilitare risorse per il sostegno delle famiglie e chiediamo al Parlamento maggiori investimenti per le infrastrutture». «Abbiamo un Paese con grandi differenze, chiediamo un’azione di governo importante sul ritardo del Mezzogiorno». Preoccupato quello della Uil: «Impensierisce la contrazione degli investimenti fissi della Pubblica amministrazione, senza di essi è difficile che il nostro Paese continui a crescere», quindi «è fondamentale disinnescare le clausole di salvaguardia. Sul tema del contrasto all’illegalità occorre creare un’agenzia che abbia dei compiti specifici di controllo: dalla lotta all’economia sommersa possono arrivare delle risorse per abbassare il carico fiscale e uno dei temi è quello di intervenire sul cuneo fiscale  e sulle pensioni. Bene il reddito d’inclusione, ma le risorse stanziate non sono sufficienti».
Entrando nel merito, l’Ugl punta il dito sulla questione fiscale: «Nel Def riteniamo aspetti centrali quelli relativi alle famiglie, alle imprese, alle infrastrutture e ai rapporti con i partner europei», «abbiamo riscontrato una modesta crescita del Pil, un elemento positivo insufficiente perché  continua a far navigare l’Italia sull’onda dei decimali». Infine «anche i dati sull’occupazione, sebbene positivi, vedono una diminuzione dei contratti a tempo  indeterminato. Di conseguenza ci sono più posti di lavoro, ma più precari. Non è più rimandabile un’effettiva riforma fiscale».