Si può rischiare di fallire avendo un credito di 1,3 miliardi di euro? È questa la situazione paradossale nella quale si trova la società Condotte, il terzo gruppo di costruzioni del Paese, per lavori effettuati, ma mai pagati dalla pubblica amministrazione; in qualche caso, si parla addirittura di un ritardo decennale. Se poi si aggiunge qualche recente disavventura giudiziaria, la misura è colma. Monta, infatti, una forte preoccupazione fra i 3mila lavoratori della società che rischiano di essere travolti loro malgrado da una situazione che non hanno assolutamente contribuito a generare. I sindacati, in attesa dell’incontro odierno al Ministero dello sviluppo economico, hanno proclamato due ore di sciopero, ma la sensazione è che la partita è appena all’inizio. La società, dopo la richiesta presentata al Tribunale di Roma di concordato in bianco, ha tempo fino al 18 maggio per definire il nuovo piano industriale, mentre già si affacciano alcuni fondi esteri.