di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Riprendendo un famoso incipit potremmo dire che “uno spettro si aggira per l’Europa”, stavolta però non si tratta di quello vagheggiato da Marx ed Engels, ma del fantasma ingombrante del Colonnello Gheddafi. L’eco dell’intervento contro la Libia di Gheddafi non si spegne, tutt’altro: continuano ad addensarsi le ombre attorno all’evento che ha determinato un considerevole mutamento degli scenari politici, sociali ed economici non solo nel Paese nordafricano, ma in tutta l’area del Mediterraneo. Sul rovesciamento del regime libico, e quindi sul tentativo di avviare una nuova gestione del suo territorio e delle sue ricchezze, si sono infatti concentrati molteplici interessi internazionali, strategici ed economici. Gli avvenimenti sono noti: dalle rivolte interne contro il Colonnello, con le influenze straniere che le avrebbero sostenute economicamente e militarmente, al blitz anglofrancese poi coperto sotto il cappello dell’Onu, fino alla morte di Gheddafi, la Libia è precipitata in una guerra civile senza fine e le sue coste sono diventate terre di partenza per migranti provenienti da tutto il continente africano in un esodo di proporzioni bibliche concentrato essenzialmente sull’Italia. Alla Libia liberata dal regime non è rimasta che una perdurante instabilità politica, l’insicurezza, con la minacciosa presenza dell’Isis, l’incertezza sul destino delle enormi risorse energetiche del Paese. E poi l’Italia come vittima, seconda solo alla Libia stessa naturalmente, di scelte che hanno vanificato le complesse trattative volte ad una più stretta collaborazione politica ed economica e che hanno aperto la diga dell’immigrazione di massa verso il nostro Paese. L’Italia ha subito decisioni che hanno dimostrato la profonda mancanza di unità fra gli Stati europei, più rivali che alleati. Ed ora uno dei principali protagonisti degli avvenimenti del 2011, l’allora presidente francese Nicolas Sarkozy, colui che forzò per l’intervento internazionale contro il regime libico, ufficialmente per tutelare l’incolumità della popolazione civile dai combattimenti tra le forze lealiste ed i ribelli, il presidente che ricordiamo, assieme alla Merkel, per il sarcasmo anti-italiano al Consiglio Europeo del 23 ottobre 2011, si trova in stato di fermo, indagato su presunti finanziamenti illeciti pari a 5 milioni di euro provenienti proprio dalla Libia di Gheddafi, con i quali avrebbe sostenuto la campagna che lo portò all’Eliseo nel 2007.

L’anti-italiano

Sarkozy fu il principale artefice dell’intervento internazionale contro il regime libico, ufficialmente per tutelare la popolazione dai combattimenti tra lealisti e ribelli. Lo ricordiamo assieme alla Merkel per il sarcasmo sull’Italia al Consiglio Europeo dell’ottobre 2011. Poco dopo ci furono le dimissioni di Berlusconi e la nascita del governo Monti. Ora è indagato su presunti finanziamenti illeciti per 5 milioni di euro, provenienti proprio dalla Libia di Gheddafi, per sostenere la campagna con la quale venne eletto Presidente della Repubblica francese.