«Tu ragazzo dell’Europa, Tu non pianti mai bandiera» cantava Gianna Nannini nel 1982. Raccontava la storia vera di un ragazzo polacco che fuggiva dall’oppressione del suo Paese per viaggiare in Europa, allora terra di grandi promesse. Promesse in gran parte tradite, perché oggi l’oppressione viene proprio dall’Europa o, meglio, dalle grigie stanze delle sue istituzioni sempre più percepite come matrigne. Nell’ultimo anno, in occasione delle elezioni per il rinnovo dei rappresentanti dei Parlamenti nazionali non c’è stata volta in cui non si sia temuto il sorpasso del treno antieuropeista, di pari passo con quello della Brexit. Questo il prezzo di aver puntato tutto sull’Unione monetaria, piuttosto che su quella politica, dimostratasi ovviamente incapace da sola di reggere l’urto della crisi del 2008.
Sarà per questo – «a pensare male si commette peccato, ma ci si azzecca» – che la Commissione Ue è riuscita a trovare 12 milioni di euro, fondi che serviranno già da questa estate a regalare un pass Interrail gratis, pari a 510 euro, ai nati dal 2000 in poi. A usufruirne inizialmente saranno solo tra i 20-30 mila giovani. L’idea è nata in seno al Parlamento europeo, che avrebbe preferito un pass universale, ma decisamente troppo costoso. L’Interrail è stato un simbolo per intere generazioni di giovani dagli anni ’70 in poi, la prima vacanza low cost piena di esperienze da vivere.
Un’iniziativa lodevole dunque questa del pass Interrail, ma forse non basterà a rievocare quello spirito europeista che tanti ragazzi italiani, spagnoli, francesi, inglesi e tedeschi custodivano nel cuore e nella testa. A pagare il prezzo della crisi del 2008 non sono state solo le generazioni di ex ragazzi degli anni ’70, ’80 e ’90 ma anche quella dei Millenials, sebbene con percentuali diverse a seconda dei Paesi. La disoccupazione giovanile negli ultimi anni in Italia ha oscillato tra il 20 ed il 45%, a Berlino si è mossa intorno al 10%, in tutta Europa tra il 15 ed il 25%. Qualche preoccupazione dunque deve esserci anche per le elezioni europee del 2019, il rischio che possano cambiare completamente il quadro politico non è ipotesi del tutto peregrina. Secondo Eurobarometro nel 2017 il legame con la Ue da parte dei cittadini degli stati membri sarebbe in aumento di cinque punti rispetto al 2016, pari cioè al 56%, ma si tratta di ben poca cosa rispetto al legame con il proprio Paese, con la propria città o con la propria regione, pari rispettivamente al 91% (+1), 87% (-1) e 87% (-1).
Quel “ragazzo dell’Europa” oggi la sua bandiera la pianterebbe, eccome.