di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

In questi giorni al centro del dibattito pubblico ci sono i numeri. Le percentuali che partiti e coalizioni hanno ottenuto il 4 marzo, i corrispondenti seggi alla Camera ed al Senato, i voti che mancano perché un governo possa ottenere la fiducia e quindi iniziare ad operare, le possibili alleanze per acquisirli. Ci si interroga, giustamente, su questi dati, ma, accanto a questi numeri, senz’altro fondamentali, ce ne sono anche altri, forse ancor più importanti. Il numero di italiani poveri, 18 milioni; il numero di disoccupati, 2.88 milioni; il numero di lavoratori precari, 2.91 milioni; 2.300 miliardi di euro di debito pubblico a fine 2017, pari al 132% del Pil; il peso delle tasse su lavoro e impresa; la quota di immigrati presenti nel Paese, 5 su 60 milioni di residenti; le centinaia di migliaia di connazionali che emigrano all’estero ogni anno; la quantità di culle vuote, il dato della decrescita demografica e così via. Ecco, questi numeri, che purtroppo ben conosciamo e di cui ci occupiamo spesso, dovrebbero restare al centro dell’interesse accanto a quelli sull’esito del voto, per affrettare le considerazioni post-elettorali ed arrivare al più presto ad un compromesso soddisfacente che consenta ai cittadini italiani di avere un esecutivo in grado di occuparsi immediatamente delle reali esigenze del Paese. All’Italia ora serve un governo. Sono troppe, e troppo urgenti, le situazioni di criticità rimaste irrisolte o addirittura aggravatesi negli ultimi anni per poterci permettere il lusso di perdere tempo nel disquisire di massimi sistemi, o, ancor peggio, per affrontare a breve nuove elezioni. Le indicazioni del popolo italiano sono state sufficientemente chiare. Seppure nell’impasse politica generata dal tripolarismo, dal crollo del Pd e dalla crescita del M5S, il primato è stato assegnato alla coalizione di Centrodestra, l’unica che può concretamente aspirare a formare una maggioranza in Parlamento. Ora serve il doveroso senso di responsabilità, del Presidente Mattarella come di tutti i rappresentanti dei cittadini appena eletti, per trasformare la volontà degli italiani in realtà politica. Non solo. In questa cornice generale, le proposte benedette dal voto sono state quelle più vicine alle aspirazioni del popolo. La necessità di maggiore oculatezza e trasparenza nella gestione della cosa pubblica, la richiesta di rigore e sicurezza di fronte al fenomeno delle migrazioni di massa, il bisogno di politiche sociali e del lavoro che restituiscano valore ai diritti, l’esigenza di uno Stato meno oppressivo sul piano fiscale per aiutare i cittadini alle prese con la crisi e far ripartire veramente l’economia. Su questi punti, emersi con forza, dovrà improntarsi, inevitabilmente, l’azione del nuovo governo che ci auguriamo possa nascere al più presto nell’interesse di tutti noi.