La firma di un rinnovo contrattuale è sempre una buona notizia per i lavoratori, ma questa volta è oggettivamente difficile essere soddisfatti. E non vale neanche il detto «mal comune, mezzo gaudio», anzi il riferimento al comune suona come una beffa. Nella notte è stata raggiunta un’intesa preliminare sul rinnovo del contratto collettivo del comparto delle funzioni locali che interessa circa 467mila lavoratori e lavoratrici di regioni, enti locali, città metropolitane e camere di commercio. Nel solco degli altri accordi già firmati, l’incremento medio è pari ad 85 euro, vale a dire il 3,48% a regime. Considerando che il rinnovo mancava dal 2009 e che nel frattempo si è registrata una inflazione cumulata pari a circa dieci punti percentuali, è di tutta evidenza che si tratta di un rinnovo a perdere, peraltro con scadenza breve, visto che riguarda il triennio 2016-2018. Sotto l’aspetto normativo, il contratto collettivo prevede una ulteriore categoria economica per ogni area, la definizione delle sezioni speciali per la Polizia locale, la previsione della costituzione della sezione per il settore educativo, un rinvio per rivedere il sistema di classificazione, l’applicazione della normativa sul turno festivo infrasettimanale. Per la Polizia locale si introduce l’identità di funzione collegata ai gradi. Resta ancora in sospeso il rinnovo del contratto della sanità, per il quale è previsto uno sciopero del personale infermieristico.