di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Tutti conosciamo i risvolti drammatici, a volte tragici, della crisi che attanaglia ormai da anni il Paese, che i flebili dati sulla parziale crescita del Pil non riescono ad intaccare, lasciando buona parte dei nostri concittadini alle prese con un lavoro sempre più instabile, precario, poco remunerativo e una grande fetta di italiani in uno stato di inaccettabile povertà ed esclusione sociale. Una situazione che non può essere più a lungo tollerata, non solo dal punto di vista etico, poiché contraddice i principi ed i valori della giustizia sociale, ma anche dal punto di vista meramente economico, perché crea un circolo vizioso di stagnazione economica nel quale è difficile ipotizzare una ripresa concreta.  Le ricette attuate finora dagli ultimi governi non hanno cambiato in positivo la situazione. Dal lato interno ci si è limitati ad erodere i diritti di lavoratori e pensionati ed a ridimensionare il ruolo del welfare nella vana speranza di racimolare così le risorse necessarie, di fatto deprimendo l’intera impalcatura sociale. Dal lato internazionale si è mostrata una mollezza nella difesa degli interessi nazionali sulle maggiori sfide del momento, dal fenomeno migratorio alla gestione della globalizzazione, una mancanza di capacità ed autorevolezza i cui effetti si sono riversati sulle spalle del nostro popolo. Le recenti vicende Ilva, Alitalia, Amazon ed ora Embraco, solo per citare le più note, lo dimostrano eloquentemente. In questo contesto ben si comprende l’importanza, o meglio la necessità, di riconoscere il ruolo fondamentale del sindacato come portavoce delle richieste popolari, dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani in cerca di occupazione, dei precari, di tutti coloro che rappresentano la parte maggioritaria del popolo italiano e che invece sono spesso sacrificati, al fine di orientare le scelte della politica verso le istanze del lavoro, del sociale, del benessere sostenibile. C’è bisogno di sindacato. Ed in particolare di un sindacato che abbia a cuore i destini della nazione, che possa offrire non solo tutela e rappresentanza nei luoghi di lavoro e in sede di confronto con le altre parti sociali, ma anche, in quest’epoca di crisi non solo economica ma anche valoriale, quel senso di appartenenza ad un’idea – un’idea di lavoro, un’idea di società e un’idea di nazione – verso la quale tendere i propri impegni. Ora l’Ugl, dopo un complesso periodo di contrasti interni ha dimostrato di avere la capacità di andare avanti, superare le proprie difficoltà e rimettersi in campo più salda e unita che mai, forte dei suoi principi che si dimostrano sempre più validi anche e soprattutto nell’epoca odierna della globalizzazione, ancora più determinata nei propri valori e nei propri ideali, per contribuire a superare le sfide del presente al servizio dei lavoratori e di tutto il popolo italiano.