di Caterina Mangia

Dal “blu dipinto di blu” alle canzoni patriottiche, dai canti di guerra al melodramma napoletano: alla vigilia del 68esimo Festival di Sanremo è approdato online il portale della Canzone italiana, una “casa comune” sul Web che racchiude cento anni di musica del nostro Paese.
Il sito, www.canzoneitaliana.it, custodisce e rende fruibili gratuitamente oltre 200mila brani che hanno segnato la storia musicale italiana, suddivisi in quattro macroaree principali: 1900-1950, 1950-2000, Tradizioni popolari e Contributi speciali. Un percorso lungo un secolo tra i canti popolari e i primi “tentativi” jazz, che va dai 78 giri dei primi del Novecento fino ad arrivare al repertorio del 2000. Non saranno soltanto gli italiani ad accedere al patrimonio musicale nostrano: il portale è stato tradotto in sette lingue, inclusi giapponese e cinese. Nato per iniziativa del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con la collaborazione del colosso svedese Spotify, il sito ospita brani che, come ha spiegato il direttore dell’ex Discoteca di Stato, Mauro Pistacchi, rischiavano di andare perduti: «abbiamo recuperato molto materiale delle tradizioni popolari. Brani frutto delle ricerche degli anni ’60 che rischiavamo di perdere per sempre, ma che appartengono a un’Italia che ballava e cantava».
Un sito che serve per ricordarci che l’Italia è anche la sua storia musicale: è ‘O sole mio e il canto delle mondine, Lucio Battisti e Nicola Piovani, Andrea Bocelli e Adriano Pappalardo. Perché, per dirla con Nietzsche, «senza musica la vita sarebbe un errore».