Come è potuto accadere? Ogni volta è sempre la stessa domanda, quella che si pongono i familiari, chi è chiamato ad indagare e tutti coloro che, per ragioni diverse, si occupano di sicurezza nei luoghi di lavoro. Ed ogni volta, parte la tragica litania delle cose che non hanno funzionato come avrebbero dovuto. È il caso anche dell’ultimo crudele incidente alla Lamina spa di Milano, nel quale hanno perso la vita tre persone ed altre tre, compreso un capo squadra dei vigili del fuoco, sono state ricoverate in ospedale per intossicazione da gas. La dinamica è la stessa di tanti altri incidenti: qualcosa non funziona in un forno siderurgico posto due metri sotto il livello stradale; un operaio di 42 anni ed uno dei titolari di 57 anni si calano, ma subito vengono investiti dai fumi e svengono; il secondo titolare di 61 anni chiama gli aiuti e scende a sua volta, accompagnato da un secondo operaio di 48 anni, mentre accorrono altri due operai. Tutti si sentono male, così come il primo dei vigili del fuoco accorsi. Per tre di loro, come detto, il destino è stato luttuoso. Sarà la magistratura a chiarire eventuali responsabilità in capo alle singole persone. Intanto resta il dato sulla ripresa degli incidenti mortali nei luoghi di lavoro. Anche senza contare i decessi in itinere – ma è difficile in molti casi non individuare una stretta consequenzialità fra incidente e lavoro, si pensi, ad esempio, al caso del lavoratore coinvolto in un incidente automobilistico dopo un massacrante turno in fabbrica, in cantiere o per la strada alla guida di un camion o di un pullman con decine di persone sopra -, l’Inail ha censito un incremento di due punti percentuali nei primi undici mesi del 2017. A quasi dieci anni di distanza dal decreto legislativo 81/2008, potrebbe servire un check, per capire dove è necessario intervenire per riportare il tema al centro dell’attenzione. In questo senso, va rafforzato l’Ispettorato nazionale del lavoro, va data attuazione alla norma che prevede l’election day dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, va sostenuta l’attività preventiva dell’Inail, va rilanciata la formazione. Va rivista, non da ultimo, la disciplina previdenziale perché non è raro che infortuni ed età vadano di pari passo e la senilizzazione progressiva della nostra forza lavoro non aiuta di certo.