Ieri il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione (556 i voti favorevoli, 62 i contrari e 68 gli astenuti) che raccomanda il Consiglio europeo (che si riunisce oggi e domani) di decidere il passaggio alla seconda fase dei negoziati per la Brexit. Solo che ora qualsiasi accordo verrà trovato tra Londra e Bruxelles – le parti hanno ripreso a discutere proprio in queste ore – dovrà passare per il vaglio del Parlamento britannico. Quest’ultimo, infatti, ha votato ieri sera a favore di un emendamento alla legge quadro per l’attuazione della Brexit che gli garantisce il diritto di esprimersi sull’esito delle trattative tra il governo e l’Unione europea. L’emendamento è stato presentato – nonostante la contrarietà di Theresa May – da alcuni “ribelli” del partito conservatore, contrari a ipotesi di “hard Brexit”, e ha trovato la sponda delle opposizioni, laburisti in testa. Il voto sull’accordo che verrà raggiunto per l’uscita del Regno Unito dall’UE è vincolante, dunque potenzialmente in grado di metterne a rischio l’attuazione. Si tratta della prima, vera, sconfitta di May sul tema della Brexit. La premier, in un primo momento, aveva aperto alla possibilità di un parere del Parlamento sull’accordo, ma non tramite un voto vincolante. Per il leader dei laburisti, Jeremy Corbin, il voto di ieri sera, oltre ad essere «una sconfitta», rappresenta «una perdita umiliante di autorità» per Theresa May.