Forse qualcosa si comincia a muovere. Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in una intervista radiofonica sul primo canale della Rai, riferimento all’Ape sociale, ha assicurato che l’Istituto sta facendo «di tutto per riuscire a pagare gli arretrati ad una buona parte di coloro che hanno diritto a questi trattamenti entro il 2017». Il condizionale è d’obbligo, ed infatti lo stesso Boeri è comunque guardingo, ma «nel mese di dicembre» l’Inps dovrebbe riuscire «a pagare una buona parte degli arretrati a buona parte di coloro che hanno il diritto di ricevere il trattamento per l’Ape sociale». In molti casi, si tratta di persone che attendono una risposta da maggio, per l’arretrato maturato è di otto mesi. L’Ape sociale, come noto, è stata introdotta con la legge di bilancio dello scorso, con decorrenza, appunto, dal giorno della festa dei lavoratori. Lo strumento dovrebbe assicurare un minimo di ristoro ad alcune categorie più deboli, per condizione o per pregressa attività professionale, superando gli elementi maggiormente penalizzante della riforma Fornero delle pensioni, la quale non valorizza a dovere l’anzianità contributiva, puntando quasi esclusivamente sull’età anagrafica. Il governo ha garantito al sindacato un allargamento della platea dell’Ape sociale, cosa che è piaciuta soprattutto alla Cisl e, pur con qualche riserva, alla Uil, ma non alla Cgil e alla Ugl che hanno mobilitato nei giorni scorsi la loro base, in attesa di capire cosa uscirà dalla legge di bilancio ora alla Camera.