di Fiovo Bitti

Domande senza risposta. Anche la manovra di bilancio che porterà alle elezioni politiche del prossimo anno non sfugge, almeno per il momento, alla logica che ha guidato i precedenti interventi degli esecutivi di centro-sinistra che si sono succeduti negli ultimi anni. Ancora una volta si parla di bonus, mancando però completamente un quadro d’assieme che non può ridursi alla mera riproposizione di alcune misure volte a sostenere il passaggio verso Industria 4.0 o, come si preferisce dire nel nostro Paese, Impresa 4.0. Esaurito il rito delle anticipazioni a cose fatte con una parziale convocazione di alcuni soggetti sociali quasi a tempo scaduto e delle conferenze stampa di presentazione, l’attenzione si sposta reale contenuto del disegno di legge di bilancio per il 2018. Memori di quanto successo nel recente passato, è verosimile credere che prima di una settimana non si avrà a disposizione il testo del provvedimento, cosa fondamentale per comprendere appieno quali siano le misure in gioco a sostegno dell’economia o del rilancio dell’occupazione, ricordando che, come sempre, il diavolo si nasconde nei particolari. Basta pensare a cosa sta succedendo con l’Ape sociale per convincersi che quanto affermato oggi dal governo potrebbe essere smentito alla prova dei fatti alla vigilia di Natale, quando la manovra sarà approvata. Dei venti miliardi annunciati che compongono la manovra, quasi quindici saranno indirizzati per la neutralizzazione delle clausole di salvaguardia su Iva ed accise, introdotte in passato a copertura di precedenti misure. Un aumento dell’Iva, a conti fatti, avrebbe un impatto negativo più sotto il profilo psicologico che su quello pratico, in quanto non avrebbe conseguenze sul paniere di beni di largo consumo, per intenderci sulla spesa quotidiana. Ad aumentare sarebbero altri prodotti, dal vestiario agli elettrodomestici, passando per le automobili, tutti prodotti che non si acquistano tutti i giorni. Mai come in questo momento, con la manovra stretta fra le Scilla e Cariddi di Bruxelles, sarebbe servita una riflessione complessiva sull’Iva, rivedendo l’intera disciplina.