di Augusto Ghinelli, segretario confederale Ugl

Si avvicinano le elezioni ed ecco come per incanto, uscire dal cilindro magico del Governo, un concorso pubblico, addirittura per l’assunzione di 500 mila giovani! In altri tempi e con altre modalità, ben più intellettualmente accettabili, la notizia avrebbe suscitato positivo entusiasmo, ma alla luce di quanto è accaduto e sta accadendo sulle spalle dei lavoratori pubblici, non possiamo che esternare tutte le nostre perplessità. Le risorse economiche per i rinnovi contrattuali della P.A. oramai fermi al lontano anno 2009, nelle Casse dell’Erario, non ci sono. Se eventualmente con qualche intervento economico straordinario, si dovessero racimolare, il risultato più ottimistico comporterà l’aumento nelle buste paga dei lavoratori pubblici di circa 60 Euro netti il mese! Dopo quasi nove anni di vacanza contrattuale, questo risultato suona come una beffa se calcoliamo che la media dei rinnovi contrattuali delle altre categorie di lavoratori, si sono assestati nella media dei 100 Euro e con i rinnovi dei loro CCNL nei tempi previsti. Inoltre, c’è anche un altro controsenso che balza agli occhi, ed è la legge Fornero, che ha inchiodato i lavoratori tutti, anche quelli pubblici a rimanere in servizio a limiti d’età, fino a ieri impensabili. Il fatto che nei prossimi 3/4 anni vadano in pensione circa 500 mila lavoratori pubblici, è semplicemente il risultato di questa legge iniqua e antisociale, che ha concentrato l’uscita dal lavoro sempre un gradino più in alto. Purtroppo, l’emergenza occupazionale non inquadra in primo piano solo le giovani leve, ma anche i disoccupati di 40/50 anni, vittime sacrificali di normative liberiste, che negli ultimi anni stanno regolamentando l’intero mercato del lavoro. Inoltre, se il Sottosegretario alla PA Angelo Rughetti, dice a chiare lettere che nei cassetti del Governo ci sono miliardi di euro, perché non metterli subito sul piatto dei rinnovi contrattuali, invece che pubblicizzarli per impegni che sono ancora allo stato embrionale? Questa dichiarazione se vera, sottolinea ancora di più, che i dipendenti pubblici per l’attuale Governo (e non solo), sono considerati una sorta di “costo economico” e non invece, una risorsa. Ovviamente, siamo d’accordo che la PA deve essere rinnovata negli organici e nella tecnologia, per restare al passo con le Amministrazioni Pubbliche Europee e Internazionali, ma questo, sarebbe dovuto avvenire nei tempi e nei modi più consoni e non con oltre 15 anni di blocco del Turn-Over. Comunque, ci auguriamo che questo Concorsone per 500 mila nuovi lavoratori pubblici, non sia semplicemente uno slogan pre-elettorale e, in particolare, non si introducano nella PA contratti atipici e a breve durata, altrimenti anche qui, arriverebbe la beffa!