Ricorre oggi il 16° anniversario degli attentati dell’11 settembre. A Ground Zero, New York, dopo l’inno nazionale americano si è svolta la consueta e struggente lettura dei nomi delle quasi tremila persone morte nel crollo delle Torri Gemelle.
I familiari delle vittime rinnovano ogni anno il lutto e le emozioni di quel giorno di restano indelebili nella memoria di tutti le immagini: lo schianto dei due aerei contro le Torri Gemelle che crollano, friabili, su loro stesse; l’impatto sul lato Ovest del  Pentagono di un altro aereo che uccide i 64 passeggeri, inclusi i terroristi, e 125 persone all’interno dell’edificio. Commemorazione anche a Shanksville, Pennsylvania, dove un quarto volo, il 93 della United Airlines, andò a sbattere su un campo, dopo che i 33 passeggeri e 7 membri dell’equipaggio si ribellarono ai dirottatori di Al-Qaida, che volevano colpire Washington. Nel memoriale di Shanksville sono iniziati i lavori per l’installazione, prevista per il prossimo anno,  della ‘Tower of Voices’ (la torre delle voci), composta da 40 campane tubolari, una per ogni vittima, che suonano con il  vento.
Alla cerimonia di Ground Zero quest’anno sono state invitate anche le famiglie dell’attacco al World Trade Center del 1993, quando un camion fu fatto esplodere sotto la Torre Nord.
Quale bilancio trarre dalla lotta al terrorismo portata avanti da 16 anni a questa parte? Grande è la determinazione espressa in queste ore in tutto il mondo e in primis, ovviamente, dal presidente americano Donald Trump ma, da quel che si osserva quotidianamente nella realtà, il risultato è quanto meno controverso, per non dire molto, molto lontano dal poter essere giudicato positivo.