Lavorare in Gran Bretagna non sarà più così facile, almeno stando a quanto riporta il quotidiano The Guardian che questa mattina pubblica il documento del ministero dell’Interno con le linee del governo per frenare la libera circolazione dopo l’uscita dall’Ue. In poche parole verrebbero introdotte delle limitazioni per dissuadere la presenza di tutti i lavoratori che vengono considerati ‘non altamente qualificati’.
Un documento di ben 82 pagine che, spiega il giornale, punta a dare priorità ai britannici nell’accesso ai posti di lavoro.
Ai cittadini Ue non qualificati si offrirà il permesso di soggiorno per un massimo di soli due anni. Coloro che hanno “occupazioni di alto valore” avranno permessi di lavoro più lunghi, dai tre ai cinque anni. Inoltre, per entrare in Gran Bretagna tutti i cittadini Ue dovranno essere in possesso di passaporto e si propone l’introduzione di permessi di residenza biometrici provvisori per tutti i residenti Ue che intenderanno stabilirsi nel paese per più di qualche mese. Il documento propone inoltre di limitare ai membri diretti della famiglia, più i partner duraturi, i famigliari con diritto di ricongiungimento.
Nel testo, stando a quanto scrive il quotidiano britannico, si precisa però che si tratta solo di proposte, che devono essere approvate dai ministri e “sono soggette ai negoziati con l’Ue”, anche se, a quanto risulta al Guardian, il memo ha già portato ad attriti e frizioni tra i membri del governo, impegnati a trovare un punto di incontro tra l’imprenditoria britannica che vuole mantenere la libertà di movimento e le opinioni dei favorevoli all’Hard Brexit. Potrebbe poi indispettire molti in Europa, portati a pensare che Londra intende trattare i cittadini europei come cittadini di seconda classe e portare a misure di rappresaglia da parte dei Ventisette.
“Noi vogliamo attirare persone non chiudere porte in faccia”, ha detto il ministro della Difesa britannico Michael Fallon rispondendo a Sky news. “Sull’immigrazione bisogna trovare un punto di equilibrio”, ha detto precisando che nei prossimi mesi il governo delineerà il suo programma per regolare i flussi dall’Unione europea dopo la Brexit.