di Claudia Tarantino

Che l’istruzione sia diventata un ambito prediletto soprattutto dalle donne è già noto, almeno per quel che riguarda il nostro Paese. Ma che anche in Europa si stia affermando questa tendenza, rilevando tra i quasi 5 milioni di laureati nell’Ue un 58% di donne contro un 42% di uomini, viene confermato dai dati Eurostat sulle persone che, nel 2015, hanno conseguito un titolo di studio accademico.
L’occasione per la diffusione dei dati dell’istituto statistico dell’Ue è il convegno “Donne Forti per una Europa Forte – Road Map Europea dell’agenda 2030”, organizzato a Palermo dalla Fondazione ‘Friedrich-Ebert’ che, per celebrare la decennale collaborazione tra i democratici europei di Italia, Germania, Austria e Svizzera, ha scelto la città designata capitale italiana della Cultura nel 2018, come meta per discuterne, dedicando un focus specifico sulle questioni di genere, relativamente ai settori della formazione e dell’accesso nel mercato del lavoro della donne, in Italia e nell’Ue a 28.
Ma torniamo ai numeri.
Non stupisce la ‘suddivisione di genere’ che emerge nei campi di studio favoriti dagli uomini e dalle donne, perché conferma un trend già in atto da tempo nel nostro Paese. Da un lato, le ‘Tecnologie dell’informazione e della comunicazione’ e ‘Ingegneria, produzione e costruzione’ sono gli ambiti preferiti dagli uomini che rappresentano, rispettivamente, l’81% e il 73% dei laureati. Dall’altro, le donne prediligono sicuramente gli studi riferiti all’Educazione, raggiungendo la percentuale più alta (80%) tra gli studenti che conseguono il titolo e, subito dopo in classifica, quelli dell’ambito ‘Salute e Benessere’, dove le laureate sono il 74% del totale.
E’ più interessante, invece, notare quali sono gli studi più diffusi in Europa, anche per avere un quadro di come evolve il mercato del lavoro a seconda del cambiamento della richiesta di specifiche professioni nei diversi Paesi.
Secondo l’Eurostat, infatti, “uno su quattro laureati ha studiato ‘Business, amministrazione e legge’”. Con il 24%, si tratta del campo “più diffuso nei Paesi dell’Ue tranne Belgio, Danimarca, Svezia e Finlandia, dove si registra il numero maggiore di laureati nel campo della ‘Salute e del Benessere’”.
Ogni Stato, poi, esprime le proprie peculiarità. Ad esempio, in Italia, come nel Regno Unito, “i laureati in ‘Arti e scienze umane’ sono il 16% del totale, mentre in Germania e in Portogallo gli studenti  prediligono ‘Ingegneria, produzione e costruzione’ raggiungendo, rispettivamente, il 22 ed il 21% delle preferenze. Segue l’Austria con il 20%”.
Sempre il Regno Unito, con il 13%, registra “la quota più alta di laureati in scienze naturali, matematica e statistica”, mentre Cipro vanta “il numero più alto di dottori nel campo dell’Istruzione (18%)”.
Il Lussemburgo, invece, con il 39%, “detiene il maggior numero di laureati nel settore ‘Lavoro, amministrazione e legge’, seguito da Cipro (35%), Bulgaria e Francia (entrambi il 34%)”.
In Bulgaria il 16% degli studenti ha scelto di conseguire un titolo accademico in ‘Scienze sociali, giornalismo e informazione’, mentre il campo di ‘Salute e benessere’ registra il maggior numero di laureati in Belgio (26%), “dove uno studente su quattro ha conseguito una laurea in questo ambito, contro il 22% degli svedesi e danesi”.