di Antonella Marano

“La città ha una reputazione talmente cattiva in Italia che la frase ‘vai al diavolo’ sarebbe stata trasformata in italiano in qualcosa come ‘va a fa Napoli’”.

Il tabloid inglese Sun dedica così spazio alla Napoli raccontata da Roberto Saviano in ‘Gomorra’, una città spietata ‘sporcata’ dal sangue, dal ‘malaffare’ e dalla criminalità organizzata. Addirittura la città partenopea  è nella  top ten diffusa da the Sun delle città più pericolose al mondo, in competizione con Raqqa, la capitale siriana dello Stato Islamico, Saint Louis (Usa), giudicata esempio di pericolosità per il Nord America, e Perth, ‘paradiso’ delle droghe sintetiche in Australia.

Napoli non è certamente una realtà semplice ma paragonarla ad esempio a Raqqa ed inserirla nella ‘cartina della paura’ mondiale stilata dal Sun sembra un pò esagerato.

Come Roma non merita di essere definita ‘capitale mondiale della cocaina’. Del nuovo percorso criminale nato dall’alleanza tra camorra e ‘ndrangheta ne parlava Saviano su La Repubblica proprio venerdì scorso.

Ritornando al caso ‘Napoli’ il  tabloid britannico descrive infatti  le ‘esecuzioni’ di camorra come un fatto comune e parla della città partenopea come di un luogo “noto per i legami con il crimine organizzato“. Tratteggia poi la camorra come un’organizzazione meno gerarchica rispetto alla o alla ‘ndrangheta calabrese, raccontando di scontri “frequenti” fra i clan, di una lotta spietata per il controllo del mercato degli stupefacenti, della diffusione di “baby gang” con affiliati anche “12enni” al servizio di “boss più anziani che si spartiscono il territorio”. Sostiene inoltre che la criminalità è vista come una strada verso il benessere da tanti giovani anche a causa della disoccupazione.

Ironica la risposta dell’ambasciata italiana a Londra “Napoli non è inclusa in alcuna classifica ufficiale tra le città più pericolose al mondo, evidentemente la redazione ha confuso la realtà con la fiction”. Un vero e proprio ‘colpo di Sun’.  Tra l’altro l’ambasciatore italiano a Londra, Pasquale Terracciano, è napoletano doc.