di Annarita D’Agostino

Nessun colpevole per la morte di Vincenzo Altomare, Luigi Farinola, Guglielmo Mangano, Michele Tasca e Biagio Sciancalepore: dopo 9 anni, la Corte d’Appello di Bari ribalta la sentenza di primo grado e dichiara la prescrizione dei reati o assolve “per non aver commesso il fatto” i nove imputati per l’omicidio colposo aggravato dei cinque lavoratori della Truck Center di Molfetta, in provincia di Bari. Morirono in un grave incidente sul lavoro il 3 marzo 2008.
La Corte ha confermato solo la responsabilità per violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro della società Truck Center Sas, di cui una delle vittime, Vincenzo Altomare, era titolare, ma riducendo la sanzione amministrativa a 300mila euro. Assolte invece le altre aziende coinvolte nella tragedia: Eni Spa, FS Logistica-B.U. Cargo Chemical Spa, La Cinque Biotrans Snc e Nuova Solmine Spa. Revocati anche i risarcimenti danni riconosciuti alle parti civili, fra cui i familiari delle vittime, Regione Puglia e Comune di Molfetta.
Le indagini condotte dalla procura di Trani accertarono che gli operai, nel tentativo reciproco di salvarsi, furono uccisi dalle esalazioni di acido solfidrico provenienti dalla cisterna che avrebbero dovuto bonificare. Furono chiamati in causa più di 20 persone e cinque società, fra cui i dirigenti della Fs Logistica, proprietaria della cisterna, Alessandro Buonopane e Mario Castaldo, e Pasquale Campanile, dirigente della società La Cinque Biotrans, incaricata del trasporto della cisterna alla Truck Center.
In primo grado, il 26 ottobre 2009, i dirigenti imputati furono condannati alla pena di 4 anni di reclusione dal Tribunale Monocratico di Trani. Un secondo processo coinvolse dirigenti e dipendenti della Nuova Solmine di Grosseto, l’azienda in cui la cisterna venne svuotata dello zolfo liquido caricato all’Eni di Taranto, per poi ripartire vuota verso la Puglia. In primo grado, l’11 luglio 2014, anche i vertici dell’azienda toscana, l’ad Ottorino Lolini, il presidente Luigi Mansi, il direttore dello stabilimento Giuliano Balestri, e i dipendenti Gabriele Pazzagli e Mauro Panichi furono condannati dal Tribunale di Trani alla pena di 2 anni e 9 mesi di reclusione. Nel secondo grado i procedimenti sono stati riuniti. Un terzo procedimento riguardava sette dirigenti Eni e la stessa società, produttrice dello zolfo liquido trasportato nella cisterna. Alla fine, si sono chiusi tutti con assoluzioni e prescrizioni.
“E’ uno schifo, sono morte cinque persone e nessuno ha colpa di questo” ha commentato la madre di Michele Tasca alla lettura della decisione della Corte. “Questa non è giustizia, dovevano essere figli loro per capire”. Il suo, di figlio, è morto a 19 anni, il 3 marzo 2008, ma nessuno ha voluto capire.