Il disegno di legge sul caporalato, approvato in Consiglio dei ministri il 13 novembre, può “essere la svolta”. Questo almeno è quanto ritiene il Governo che oggi presso il ministero dell’Agricoltura ha incontrato le organizzazioni sindacali e le associazioni imprenditoriali. Eppure, come ha evidenziato il segretario confederale dell’Ugl Fiovo Bitti, presente alla riunione insieme al segretario nazionale Ugl Agroalimentare, Paolo Mattei, “senza controlli sul territorio è una partita persa in partenza. Occorrono risorse per gli ispettori e per sostenere le aziende sane che operano nel rispetto delle norme su lavoro e sicurezza”.
Il ddl approderà in Senato dopo la pausa natalizia. “Questo lavoro di lotta al caporalato – ha sottolineato il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina – è continuo, quotidiano. Bisogna crederci sulla ‘Rete del lavoro agricolo di qualità’, su questa idea di validazione della qualità e etica nel lavoro nel settore primario e per questo oggi abbiamo incontrato le imprese e le parti sociali. Credo che la Rete sia un tratto discriminante in positivo – ha detto Martina – e che possa essere un tratto di riconoscibilità soprattutto in alcuni territori”. Inoltre la norma, “per la prima volta prevede un Piano di accompagnamento dei lavoratori stagionali con ingaggio del Terzo Settore, a partire dal Piano di accoglienza dei lavoratori stagionali”.
Anche il ministro Poletti è tornato sull’importanza del tema dell’accoglienza dei lavoratori agricoli, molto spesso immigrati, “perché quando c’è il periodo della raccolta c’è una grande concentrazione di persone in un luogo e bisogna rendere decorosa la vita di una persona e sia meno facile per i caporali infiltrarsi. Questa azione in passato è stata supportata dal volontariato noi stiamo costruendo un progetto insieme alle associazioni, perché questo non sia più soltanto un atto dell’associazionismo ma un atto che le istituzioni sostengono”. Il ministro ha poi precisato che ci sarà un lavoro di squadra con l’Inps e l’Ispettorato del Lavoro e che “il lavoro di lotta va fatto in tutta Italia, indipendentemente dallo stato di attuazione della legge che avrà i suoi tempi parlamentari. Oggi non sono quantificabili risorse ‘ad hoc’ ma per quanto riguarda il ministero del Lavoro useremo quelle legate all’associazionismo. La cosa importante è far coagire tutti i soggetti e la novità rispetto al passato è che ci sarà una cabina di regia con partecipazione sia pubblica sia di privati”.
Per quanto riguarda le pene, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha precisato che si interverrà “con strumenti di carattere patrimoniale, dal sequestro alla confisca anche del patrimonio accumulato con attività illecite. Credo sia importante che di questa gamma di strumenti si possa disporre e che possono avere più forza della detenzione”. Inoltre, ha continuato Orlando, “è importante anche la tutela delle vittime del caporalato dopo l’intervento repressivo. E non solo per equità ma anche per creare collaborazione con chi è stato sfruttatoCNGLizdWcAAwm3d”.
Durante l’incontro, l’Ugl ha voluto rimarcare “l’importanza del coinvolgimento delle parti sociali e delle istituzioni territoriali”, ricordando l’iniziativa che il sindacato ha messo in campo già nel mese di agosto, insieme all’Onorevole Renata Polverini (FI), Vice Presidente della Commissione Lavoro, quando ha assistito centinaia di lavoratori sfruttati nei campi pugliesi (Vedi articolo su Il silenzio Uccide), e poi nei mesi successivi, ha spiegato ancora Bitti, “attraverso i dibattiti organizzati per la campagna ‘SudAct – 9 proposte per il Mezzogiorno’, che ha raggiunto tutte le regioni meridionali fino ad arrivare in Tunisia per trattare il tema della cooperazione”.