Nel 2018 ci sono stati 292 attacchi suicidi che hanno provocato la morte di 2.840 persone. Lo rivela un’analisi condotta dal Centro di studi strategici Inss di Tel Aviv, riportata dal quotidiano israeliano Haaretz. Sconfitto sul piano militare – il gruppo ha perso il controllo della stragrande maggioranza dei territori conquistati in precedenza in Siria e Iraq –, lo Stato islamico è tornato così ad essere quello che era in precedenza, prima dei successi siro –iracheni: un’organizzazione terroristica, senza nessuna velleità statale. Ciò comunque non lo rende una minaccia meno concreta. Il report sottolinea che la paternità (diretta o indiretta) della maggior parte degli attacchi è dello Stato islamico: 168, pari al 57,5%. Al Qaida e i suoi alleati ne hanno compiuti 65. L’Afghanistan è il Paese dove si è registrato il più alto numero di attentati: 83. Fortunatamente l’Italia non figura nell’elenco dei Paesi colpiti, pur essendo uno dei principali obiettivi dei gruppi terroristi: il lavoro dell’intelligence e delle forze dell’ordine probabilmente ha avuto un ruolo determinante nel garantire la sicurezza nelle nostre città. La gestione dell’allerta terrorismo da parte del governo italiano viene giudicata positivamente dal 71% degli italiani, secondo un sondaggio ISPI, l’Istituto per gli studi di politica internazionale, realizzato da IPSOS.