La Banca centrale europea ha sollevato qualche dubbio. Nel suo consueto bollettino economico, l’istituto di Francoforte ha ricordato che «è necessario proseguire gli sforzi di risanamento delle finanze pubbliche nel pieno rispetto del Patto di Stabilità e Crescita», aggiungendo che, dal suo punto di vista, «è particolarmente preoccupante la circostanza che la più ampia deviazione rispetto agli impegni assunti si riscontri in Italia, un paese in cui il rapporto tra debito pubblico e Prodotto interno lordo è notevolmente elevato». A preoccupare la Bce è «il forte indebitamento», in quanto rende gli Stati «vulnerabili a eventuali futuri episodi di flessione economica o di instabilità dei mercati». Tuttavia l’Italia non è l’unico motivo di preoccupazione per la Banca centrale europea – nel bollettino si legge anche che «le prospettive relative al disavanzo delle amministrazioni pubbliche dell’area dell’euro per i prossimi due anni sono peggiorate» –, sebbene al nostro Paese venga addebitata una parte della responsabilità: «Il più elevato disavanzo – ha scritto la Bce – è in parte il risultato di un notevole peggioramento del saldo di bilancio previsto in Italia, in seguito all’espansione fiscale inserita nei documenti programmatici di bilancio che violerebbe gli impegni presi nell’ambito del Patto di stabilità e crescita». Secondo la Bce, comunque, il calo del rapporto tra debito e Pil per l’aggregato dell’area dell’euro dovrebbe proseguire: a dicembre, il rapporto tra debito aggregato delle amministrazioni pubbliche e Pil per l’area dell’euro dovrebbe scendere dall’86,8% del 20176 al 79,0% nel 2021.