di Caterina Mangia

“La drammatica situazione occupazionale che attraversa il Sud, testimoniata in modo incontrovertibile dai dati Svimez, non può che peggiorare se le uniche contromisure che vengono prese riguardano il Jobs Act, un elemento soltanto peggiorativo in quanto non aiuta il lavoro e al tempo stesso riduce le tutele contrattuali”.
Lo ha dichiarato il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, a conclusione del sesto appuntamento del roadshow “Sudact”, dal titolo “Lavoro: creare opportunità di sviluppo e occupazione”, che si è tenuto a Cagliari il 23 ottobre.
Per un’analisi attenta delle principali problematiche del Mezzogiorno non poteva mancare un approfondimento sulle cause e le conseguenze della disoccupazione, e dal documento conclusivo stilato dall’Ugl al termine dell’appuntamento emerge il quadro di un’Italia spaccata in due. Nel 2014, infatti, il Pil pro-capite del Mezzogiorno si è fermato a una media di 16.976 euro, ovvero quasi alla metà rispetto ai 31.586 euro del Centro-Nord.
Inoltre, quasi il 62 per cento dei meridionali ha guadagnato meno di 12mila euro annui contro il 28,5 per cento del Centro-Nord, e nel Mezzogiorno d’Italia il 32,8 per cento della popolazione, una persona su tre, è a rischio povertà. Nel Centro-Nord, invece, soltanto una persona su dieci. Ne deriva il crollo dei consumi delle famiglie meridionali, che sono ancora in discesa, arrivando a ridursi nel 2014 dello 0,4 per cento, a fronte di un aumento dello 0,6 nelle regioni del Centro-Nord.
“Per un rilancio occupazionale degno di questo nome – ha spiegato Capone – non è utile incentivare il precariato, comprimendo al tempo stesso i consumi. Al contrario servono urgentemente politiche industriali lungimiranti, investimenti strategici, misure efficaci di contrasto al sommerso e di incentivo per gli inattivi: se non si interviene tempestivamente, il problema sociale non può che peggiorare”. A partire dall’inizio della crisi al Sud, infatti, i consumi sono scesi del 13,2, ovvero più del doppio rispetto al resto del Paese.
Tale situazione si riflette sugli investimenti al Mezzogiorno: 2008 al 2014 sono crollati del 38%, mentre il calo nel Centro-Nord è stato pari al 27%, con una differenza di 11 punti percentuali.
Efficace il commento della Vice Presidente della Commissione lavoro della Camera dei Deputati, Renata Polverini, che è intervenuta al dibattito: “se non riparte il Mezzogiorno non riparte l’Italia: serve un progetto complessivo e risorse adeguate alla drammaticità della situazione, ma la Legge di stabilità appena presentata non ha ancora la forza e la dimensione per imprimere quel cambio di passo che peraltro non sarà possibile senza il coinvolgimento dei corpi intermedi”. “Forza Italia – ha aggiunto – si batterà ancora con più forza in Parlamento perché il Sud diventi finalmente la priorità del Governo Renzi”.
Il dibattito, moderato da Fabio Meloni, direttore responsabile di “Ad Maiora Media”, si è aperto con i saluti del segretario regionale dell’Ugl Sardegna, Sandro Pilleri, che ha chiesto “interventi tempestivi ed efficaci” sulla “disoccupFoto per articolo su Sudact Cagliariazione giovanile” e sui “problemi del Sulcis e di Alcoa”. Hanno poi dato il benvenuto il segretario provinciale dell’Ugl Cagliari, Piergiorgio Piu, e l’Arcivescovo di Cagliari, Monsignor Arrigo Miglio.
In seguito ha preso la parola l’assessore alle politiche per lo Sviluppo economico e turistico del Comune di Cagliari, Barbara Argiolas, secondo cui “per una vera rinascita occupazionale c’è bisogno di chiarezza, trasparenza e unità di tutte le parti in causa”, mentre per il consigliere regionale, On. Alberto Randazzo (FI), “per ‪dare slancio all’occupazione‬ e alla ‪‎competitività‬ non servono guerre tra ‪poveri‬, ma vanno fatte battaglie comuni”. Il consigliere regionale Pd, On. Giampietro Comandini, ha sottolineato che è necessario essere propositivi ed elaborare piani di sviluppo: “non si deve parlare solo di aziende che chiudono, ma è urgente elaborare proposte per il riscatto del territorio. Mai come ora è servito un patto tra ‪sindacato‬, società civile e ‪politica‬ per il rilancio dell’occupazione e dell’istruzione e per scongiurare il fenomeno dei ‪‎Neet‬”.
Infine, il Presidente di Confindustria Sardegna, Alberto Scanu, ha rilevato che al Sud “mancano le precondizioni per lo sviluppo e per il rilancio degli investimenti privati”, evidenziando “triste primato del Sud in ‪‎Europa‬ sul costo ‪dell’energia‬” e ricordando “il grave gap infrastrutturale e l’assenza di strategie ‪‎industriali‬ sistemiche”.