L’occasione era troppo importante per il sindacato per non affrontare la questione Sogin. La Sogin è la società interamente pubblica che si occupa del cosiddetto decomissioning, vale a dire il processo di smantellamento e successiva gestione dei rifiuti di origine nucleare. I vertici della partecipata, indicati nel 2016 dal precedente esecutivo, hanno fatto sapere che non saranno rinnovati una ottantina di contratti in somministrazione a causa delle novità introdotte dal decreto Dignità. Una giustificazione che non tiene ed infatti da Cgil, Cisl, Uil ed Ugl è giunta una sonora bocciatura nel corso dell’audizione parlamentare presso la decima Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato sulla gestione e messa in sicurezza dei rifiuti nucleari sul territorio nazionale. Non solo Sogin, però, perché anche sul neonato Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione si allungano ombre oscure con riferimento al personale da dedicare. Il tema, purtroppo, è lo stesso da anni: la ricerca nel nostro Paese è sovente precaria, cosa che non aiuta. Il presidente della Commissione, il pentastellato Gianni Pietro Girotto, ha mostrato interesse sulla doppia questione. L’audizione è servita infine per fare il punto sullo stato dell’arte e sui ritardi accumulati dai precedenti esecutivi sulla individuazione delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale, così come richiesto dalla Commissione europea.