E’ Pescara la quinta tappa del ciclo di convegni Sudact. “Energia e Green Economy, per un futuro sostenibile. Il pericolo delle trivellazioni” questo il titolo scelto per il nuovo appuntamento che ha avuto come obiettivo l’elaborazione di soluzioni comuni per un futuro sostenibile e a basso impatto ambientale, in grado di garantire crescita economica e occupazione. Un confronto articolato anche sui temi di più stretta attualità a partire dalla Legge di Stabilità che per il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone “così come è stata presentata, non risponde alle drammatiche esigenze del Mezzogiorno: serve uno sforzo straordinario che si avvicini a quello fatto per la riunificazione della Germania”.
Questa quinta conferenza ha messo in evidenza il grave ritardo infrastrutturale delle Regioni del Sud Italia anche sotto il profilo energetico, ma ha anche pronunciato un forte e chiaro ‘no’ allo sfruttamento delle risorse naturali se, come nel caso delle trivellazioni, non sono orientate al principio della precauzione invocato anche dal Santo Padre nell’Enciclica “Laudato Sí”.
Per Capone “quando e se il Governo si aprirà al confronto sulla Legge di Stabilità, l’Ugl produrrà un documento organico per il Mezzogiorno frutto di un approfondito confronto con la società civile e le parti sociali ottenuto attraverso le nove conferenze di quello che abbiamo voluto significativamente definire ‘SudAct’”.
Ricco il parterre di ospiti presenti al convegno moderato da Nino Germano, vice caporedattore TGR Abruzzo. I saluti sono stati affidati a Gianna De Amicis, segretario regionale Ugl Abruzzo, Piero Peretti, segretario confederale dell’Ugl. “Il tema dell’energia e della green economy – ha spiegato De Amicis – è di grande attualità, soprattutto per la nostra regione, al centro di numerosi dibattiti in cui il sindacato ha il dovere di intervenire perché davanti a cambiamenti che riguardano direttamente il nostro territorio a livello ambientale economico ed occupazionale, dobbiamo restare vigili”. Questo perché, secondo Peretti, siamo davanti ad un governo “che non pensa ai rischi per i cittadini. Ciò che serve al nostro paese e in particolare a questo territorio sono interventi certi e soprattutto diversi da quelli che il Governo ha messo in atto fino ad ora, a partire proprio da un’accelerazione nel progetto di ricostruzione de L’Aquila”.
Dopo l’intervento di Fiovo Bitti, segretario confederale dell’Ugl, che ha illustrato il documento tecnico, ha aperto il dibattito Tommaso Pagliani, ricercatore del Centro di documentazione conflitti ambientali. Un intervento tecnico, in cui è stato affrontata la questione del progetto Ombrina Mare 2 e dei pericoli che comporta per il territorio abruzzese. “I rischi ambientali – ha spiegato – sono allarmanti: inquinamento, rischio di danneggiamento alla fauna, flora e habitat, possibile incremento di esplosioni e incendi, pericoli per la salute con un incremento della contaminazione nelle specie ittiche e immissione di xenobiotici nelle reti alimentari, abbassamento dei fondali interessati da estrazione di gas”.
Importanti contributi sono arrivati dagli interventi dell’On. Renata Polverini (FI), vice presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, per la quale “l’ambiente è una risorsa per l’Italia e per il Mezzogiorno in particolare e non possiamo non dirci preoccupati per il programma di trivellazioni che mette a rischio un ecosistema fragile e prezioso come quello del mare Adriatico. La legge di stabilità che il Governo Renzi ha appena presentato, non dà ancora le risposte necessarie ed urgenti che il Sud attende per quanto riguarda gli investimenti pubblici; a partire dalle bonifiche di un territorio devastato da anni di incursioni della malavita e da imprenditori senza scrupoli che hanno inquinato terre una volta fertili e straordinarie.
L’iniziativa dell’Ugl – così puntuale e articolata – troverà senz’altro l’attenzione che merita da parte di Forza Italia in Parlamento perché siamo convinti che questo Paese non potrà ripartire senza il Mezzogiorno e che nessuna ripresa sarà possibile senza dare lavoro e infrastrutture ad una parte di Italia che ha sofferto sin troppo e merita di riscattarsi al più presto”.
Sul progetto Ombrina Mare 2 si è soffermato anche Lorenzo Sospiri (FI), consigliere regionale spiegando che è nato a causa dello sblocco di alcune norme. “I governi Monti, Letta e Renzi con il Salva Italia e lo Sblocca Italia – ha sottolineato – hanno impedito alle regioni di poter contrastare quei progetti industriali che non avrebbero avuto ricadute positive per il territorio: noi siamo contrari al progetto Ombrina Mare perché le ricadute occupazionali ed economiche sono davvero trascurabili rispetto ai rischi ambientali che si corrono. Il gioco, dunque, non vale la candela”. Per Daniele Becci, presidente della Camera di Commercio di Pescara “c’è bisogno di maggior dialogo, di un confronto fattivo, di una politica che vada a favore delle aziende, con la riduzione della tassazione, e di un dibattito con il mondo ambientalista”.
Hanno preso poi la parola Lola Aristone, esperta di diritto del lavoro, che ha illustrato uno studio svolto per la Facoltà di biotecnologie dell’Università degli Studi dell’Aquila, e riguarda la possibilità per la Camera di Commercio di Chieti di realizzare un comprensorio turistico e creare un marchio collettivo denominato la Costa dei Trabocchi.

Quinto appuntamento a Pescara presso l'Auditorium del Museo delle Genti d’Abruzzo

Quinto appuntamento a Pescara presso l’Auditorium del Museo delle Genti d’Abruzzo

Fr

Fr

Anche Claudio Lattanzio, pescatore e componente dell’associazione “Pescaturismo”, ha focalizzato il suo intervento sulle conseguenze del progetto Ombrina Mare 2 spiegando che “se venisse realizzato comporterebbe una radicale trasformazione dell’aspetto del nostro mare, comportando grandi problemi legati all’attività di pesca, all’attività di tantissime persone che hanno lavorato in mare per generazioni. Anche questa è economia, un opportunità di sviluppo e la ricaduta delle trivellazioni sarebbe terribile.