Di corsa verso l’approvazione alla Camera dei deputati con l’obiettivo di un passaggio rapido al Senato, nonostante l’opposizione della minoranza parlamentare. L’iter del decreto-legge Dignità procede spedito. Entrato in vigore il 13 luglio, il Parlamento ha a disposizione sessanta giorni per la sua conversione in legge, passaggio necessario, pena la decadenza stessa del provvedimento. In leggerissimo ritardo sulla scaletta di marcia iniziale, del resto il ritardo è imputabile allo stacco di tempo fra l’approvazione in Consiglio dei ministri e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, la settimana si apre con l’avvio della discussione in aula su di un testo che ha conosciuto degli aggiustamenti nel corso dell’esame compiuto presso le Commissioni finanze e lavoro della Camera. Fra le novità introdotte, la previsione di un periodo transitorio, fino al 31 ottobre, sulla nuova disciplina dei contratti a tempo determinato. In questo modo, si evitano dei dubbi interpretativi. Un emendamento rivede la disciplina dei voucher, sulla quale era intervenuta il governo Gentiloni per schivare la spada di Damocle del referendum promosso dalla Cgil. Si allarga la platea delle imprese, in ragione del numero degli addetti e del settore produttivo, compresa l’agricoltura, pur trattandosi sempre di attività meramente occasionali e di breve periodo. Lo sgravio contributivo per gli under 35 rimane pure per il prossimo anno; le risorse sono state trovate.