Il made in Italy. Lo studio della commissione attività produttive della Camera dei deputati. Il turismo, al pari dell’agroalimentare e della moda, è parte centrale di una idea di qualità ed eccellenza che da sempre caratterizza le nostre produzioni, rivolte al mercato interno e, soprattutto, all’estero

In queste settimane, la commissione attività produttive della Camera dei deputati ha avviato una indagine conoscitiva sul made in Italy, con particolare attenzione anche agli strumenti di sostegno e sviluppo. Si tratta di un passaggio importante, che va di pari passo con le iniziative messe in campo dal ministro competente Adolfo Urso, il quale ha convocato i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e delle associazioni datoriali. In quest’ottica, il turismo è centrale, in quanto è veicolo di promozione delle bellezze nazionali all’estero. Non a caso, l’idea di made in Italy è strettamente connessa a quella di eccellenza, per cui diventa fondamentale che l’accoglienza turistica rispecchi completamente il tentativo delle aziende di presentare i loro prodotti ai consumatori nazionali e internazionali come prodotti di qualità. L’indagine conoscitiva si sta rivelando molto interessante, visti i tanti contributi che la commissione sta acquisendo. Il tentativo è, per molti versi, quello di provare ad uscire dai confini che, finora, avevano spesso circoscritto il made in Italy al settore agroalimentare e alla moda. In realtà, si è davanti a qualcosa di più complesso ed ampio, come chiarito bene da larga parte degli auditi. Fra i soggetti ascoltati, ad esempio, ritroviamo molti esponenti del turismo ampiamente inteso. Si va dal sistema degli alberghi alla ristorazione, passando per la produzione di barche di lusso e non solo, un comparto assurdamente colpito qualche anno addietro.