«Il messaggio più importante della nostra visita è che l’Italia vuole l’Ucraina nell’Ue»

«Avete il mondo dalla vostra parte». Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, si è rivolto alle autorità ucraine che lo hanno accolto a Irpin, un sobborgo nei pressi di Kiev, uno dei centri abitati maggiormente colpiti dai russi all’inizio dell’invasione, insieme al presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e il presidente rumeno, Klaus Iohannis. «Qui è un luogo di distruzione ma anche di speranza. Dalle autorità ucraine abbiamo sentito parole di dolore ma anche di speranza e di futuro. È un popolo che è stato unito dalla guerra e che può fare cose che forse non avrebbe potuto fare prima», ha aggiunto Draghi. I quattro hanno poi incontrato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nella capitale ucraina. Oltre a dimostrare la vicinanza dei principali Paesi europei al governo ucraino, il viaggio ha permesso al premier italiano di confermare il pieno sostegno dell’Italia all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea: «Il messaggio più importante della nostra visita è che l’Italia vuole l’Ucraina nell’Ue, vuole che abbia lo status di candidato e sosterrà questa posizione nel prossimo Consiglio europeo. Zelensky sa che è una strada da percorrere, non solo un passo», ha detto, in conferenza stampa. Il viaggio di Draghi in Ucraina succede a quello in Israele, dove il premier ha affrontato la questione legata all’approvvigionamento energetico – con lo scoppio della guerra, il nostro Paese sta cercando di diversificare le fonti energetiche per rendersi indipendente dalle forniture russe –, e si inserisce in un contesto più ampio. Che vede qualche tensione all’interno dei due principali partiti che compongono la maggioranza, Lega e Movimento 5 stelle. Ieri, in un’intervista al Corriere della Sera, il leader leghista, Matteo Salvini, ha sollecitato «un cambio di passo» nell’azione di governo, invitandolo a tenere in considerazione la posizione della Lega su alcuni temi: pace fiscale, pensioni, immigrazione, giustizia. Oggi invece il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha criticato aspramente la linea del presidente del M5s, Giuseppe Conte: «Basta inseguire Salvini, non si può attaccare il governo un giorno sì e l’altro no. L’Italia non è un paese neutrale. Non si può rimettere in discussione la nostra collocazione atlantista. Sembra di essere tornati a prima del 2018».