Telefonata Putin-Michel. Il presidente del Consiglio Ue ha chiesto una tregua per la Pasqua ortodossa, corridoi umanitari e invitato il leader del Cremlino ad incontrare Zelensky

Accantonato per il momento l’assalto all’acciaieria Azovstal, l’ultima sacca di resistenza ucraina a Mariupol che comunque viene bombardata quotidianamente, l’esercito russo punta ad «assumere il pieno controllo del Donbass e dell’Ucraina meridionale». Questo il piano a breve termine annunciato dal generale russo, Rustam Minnekayev, citato dall’agenzia di stampa russa Tass. Nelle ultime ore, infatti, gli attacchi russi nel sud-est dell’Ucraina si sono intensificati – data la situazione, oggi è stato impossibile organizzare dei corridoi umanitari in tutto il Paese –, in particolare nella regione di Donetsk e nel distretto di Tavriya, secondo quanto riferito dal comando ucraino. Per Kiev, impegnata a respingere l’assalto russo su un fronte lungo centinaia di chilometri, i russi stanno «continuando a subire perdite» (difficile, come sempre, stabilire la veridicità di tali affermazioni). Nelle scorse ore, però, un sito filorusso, Readovka, ha pubblicato (e poi rimosso) un post su Vkontakte, un social network russo, che riferiva il bilancio delle vittime, oltre 13mila, e dei dispersi, settemila, tra le file russe. Sconosciuto il numero dei morti e dei feriti tra gli ucraini, invece. Le ostilità proseguono, con l’Occidente che continua a mantenere i contatti con Mosca. Oggi il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, ha avuto un colloquio telefonico con il leader del Cremlino, Vladimir Putin, al quale ha chiesto una tregua in occasione della Pasqua ortodossa per consentire i corridoi umanitari «a Mariupol e altre città assediate», invitandolo ad incontrare il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, senza ricevere rassicurazioni in merito. «Farò di tutto per impedire un’escalation, che possa portare ad una terza guerra mondiale», ha assicurato invece in un’intervista allo Spiegel il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, tra i più resti ad adottare un approccio hard verso la Russia: la Germania è tra i Paesi contrari ad un embargo di gas e petrolio russi. «I colloqui sono in stallo», ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, citato dalla Tass. Tra chi cerca di infondere un po’ d’ottimismo, c’è il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, uno dei leader più attivi nel cercare una soluzione diplomatica alla guerra scoppiata in seguito all’invasione russa: «La nostra mediazione fino ad ora ha ottenuto risultati positivi, tuttavia non possiamo dire di aver raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati, ma andremo avanti e faremo meglio. Non abbiamo smesso di sperare in un risultato positivo». Il rischio che un accordo non arrivi a stretto giro è alto, così come ci sono molte probabilità che la Russia vinca il conflitto: «La cosa triste è che è una possibilità realistica», ha detto il premier britannico. Boris Johnson, sottolineando che «Putin», che «ha una posizione politica molto difficile perché ha commesso un errore catastrofico», «ha un esercito enorme».