Scopo è liberare il Donbass, conferma il presidente russo. Zelensky chiede lo stop al gas «per costringere Mosca alla pace»

Di obiettivi nobili e attacchi inevitabili ha parlato oggi il presidente russo, Vladimir Putin, durante la visita al Cosmodromo di Vostochny. Putin, il quale ha poi avuto un incontro con il leader bielorusso Aleksandr Lukashenko, ha affermato che Mosca non aveva altra scelta che lanciare un’operazione militare per proteggere la Russia. Così gli obiettivi dell’invasione dell’Ucraina «sono assolutamente chiari e nobili. Da un lato – ha spiegato – stiamo aiutando e salvando le persone, dall’altro stiamo semplicemente adottando misure per garantire la sicurezza della Russia. È chiaro che non avevamo scelta. È stata la decisione giusta», considerando anche che «il nostro scopo principale è aiutare le persone nel Donbass, perché le autorità di Kiev, spinte dall’Occidente, si sono rifiutate di rispettare gli accordi di Minsk volti a una soluzione pacifica dei problemi del Donbass». Da parte sua, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervenuto oggi in videocollegamento al Parlamento della Lituania, ha evocato uno stop al gas russo. «Se si discute seriamente del petrolio per il sesto pacchetto di sanzioni, allora il mondo non realizza per quale guerra si stia preparando la Russia – ha osservato Zelensky–. Se ancora non c’è una definizione chiara sul gas russo, allora non può esserci certezza che l’Europa abbia una volontà comune per fermare i crimini delle truppe russe, per costringere la Russia alla pace». «Non possiamo aspettare lo sviluppo del settimo o dell’ottavo o del nono, decimo, ventesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia per prendere decisioni davvero potenti», ha quindi aggiunto. «Devono essere fissate scadenze specifiche per ciascuno Stato dell’UE al fine di abbandonare efficacemente o almeno limitare in modo significativo il consumo di gas e petrolio». Intanto l’ambasciata statunitense a Kiev ha fatto sapere che i presunti «crimini di guerra» commessi «su larga scala» in Ucraina sono da ritenersi «collegati direttamente» a Putin. Inoltre il Regno Unito sta verificando se i russi hanno usato armi chimiche in Ucraina, come dichiarato alla Bbc dal viceministro della Difesa, James Heappey. In caso di conferma «ci sono alcune cose che vanno oltre il limite» e tutte le opzioni sarebbero «sul tavolo», ha chiosato. La situazione resta perciò difficile anche sul piano diplomatico, come del resto era emerso già ieri in serata dopo l’incontro a Mosca tra il cancelliere austriaco Nehammer e Putin. Nehammer si era detto «non ottimista» in quanto «Putin è dentro uno stato d’animo la cui logica è dettata dalla guerra e si comporta di conseguenza».