Ma sul gas l’Europa è divisa. Zelensky a Bucha: «Uno dei più grandi genocidi dalla seconda guerra mondiale»

«Fare di più per fermare questa guerra e queste atrocità». Questo l’imperativo che arriva da Bruxelles in riferimento al conflitto tra Russia e Ucraina dopo le notizie del weekend sui fatti di Bucha, cittadina alle porte di Kiev. Sì, ma come? Alla domanda il vicepresidente della Commissione UE, Valdis Dombrovskis, ha risposto che sulla possibilità di un embargo sul petrolio russo «nulla è fuori discussione»: «È molto chiaro che come UE dobbiamo fare di più per fermare questa guerra e queste atrocità, quindi la Commissione europea sta già preparando il prossimo pacchetto di sanzioni». Ma sul gas il tema è più divisivo. Già l’Ungheria nei giorni scorsi si era detta contraria a sanzioni più dure, così come nelle ultime ore altrettanto ha fatto l’Austria in merito ad un eventuale inasprimento delle misure, in Germania non tutti la pensano allo stesso modo su come agire nei confronti di Mosca. Insomma, la questione politica infiamma anche le diverse anime europee. Intanto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha visitato oggi Bucha, recandosi all’ospedale cittadino, definendo quello che è successo come «uno dei più grandi genocidi dalla seconda guerra mondiale». Gli Stati Uniti chiederanno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite di sospendere la Russia dal Consiglio per i diritti umani di Ginevra, ha annunciato l’ambasciatrice americana all’Onu, Linda Thomas-Greenfield. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha nel frattempo firmato un decreto che sospende gli accordi sui visti conclusi con i paesi UE, con la Norvegia, la Svizzera, la Danimarca e l’Islanda, tutti considerati «ostili» alla Russia.