Il Cdm approva la riforma del Csm: «Consapevolezza della necessità di un pieno coinvolgimento delle forze politiche»

«Il dovere del governo è proseguire e affrontare sfide importanti per gli italiani che sono quella immediata del caro energia, quello meno immediata, ma preoccupante, che è l’inflazione che sta aggredendo il potere d’acquisto dei lavoratori ed erodendo, anche se per ora non si vede, la competitività delle imprese, c’è poi l’uscita dalla pandemia e il Pnrr che sta andando molto bene». Ad ogni modo «la squadra di governo è efficiente e va avanti». Traccia il quadro dell’ultimo anno di governo il premier Mario Draghi – il quale ha escluso nel suo futuro un ruolo da federatore dell’area di centro – in occasione della conferenza stampa che segue l’ok all’unanimità del Consiglio dei ministri alla riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario con le norme sullo stop alle porte girevoli. Il Cdm, inizialmente convocato alle 10, era stato rinviato in un primo momento alle 11, poi alle 12.30. Uno slittamento, è stato spiegato in seguito, utile ad approfondire meglio la riforma del Csm. «È stata una discussione ricchissima e anche molto condivisa grazie anche alle numerose interazioni con i partiti e il ministro Cartabia e il sottosegretario Garofoli», ha spiegato Draghi in conferenza stampa. «C’è stata condivisione della riforma e delimitazione delle aree con differenze di vedute e impegno ad adoperarsi con i capigruppo per avere priorità assoluta in Parlamento entro l’elezione del nuovo Csm. Ci sono delle differenze di opinioni che sono rimaste. È stato possibile modificare molto marginalmente il testo, ma c’è l’impegno corale a superarle e a raggiungere questo risultato in tempi utili per l’elezione del prossimo Consiglio». «C’è stata questa consapevolezza – ha perciò aggiunto il premier – della necessità di un pieno coinvolgimento delle forze politiche. Quindi niente tentativi di imporre la fiducia. È un provvedimento di portata tale che necessita di questa apertura». Sempre in conferenza stampa, la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha osservato che «la riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm era ineludibile per la scadenza a luglio del Consiglio ora in carica, ma anche per accompagnare la magistratura in un percorso di recupero della piena fiducia e credibilità». «Quanto approvato dal Consiglio dei ministri di oggi in materia di riforma della Giustizia è solo un punto di partenza – ha affermato la senatrice Giulia Bongiorno, responsabile del Dipartimento giustizia della Lega –. Il testo dovrà essere migliorato in Parlamento, così come assicurato dal premier Mario Draghi, ma un cambiamento radicale sarà possibile solo grazie ai referendum».