di Francesco Paolo Capone Segretario Generale UGL

L’UE non è un soggetto geopolitico e questo è un problema che, dall’Afghanistan in poi, si sta riproponendo con sempre maggiore insistenza. Prendiamo il caso del patto (“Aukus”) tra Australia, Inghilterra e Usa, il quale, per contrastare la supremazia militare della Cina – senza mai nominarla – nell’Indo-pacifico, ha sancito la cancellazione unilaterale dell’intesa precedente siglata dall’Australia con la Francia per la fornitura di sottomarini, in favore di una fornitura americana. La Francia, dopo aver richiamato i propri ambasciatori a Canberra e Washington e dopo aver espresso parole e minacce nei confronti dei tre Paesi, ha stabilito, a sua volta, unilateralmente il rischio del naufragio dei negoziati commerciali tra UE e Australia, per difendere i suoi interessi. La Francia ha parlato di «menzogne, doppiezza e di rottura grave», che, addirittura, «peserà sulla Nato», definendo il metodo del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, molto simile a «quello del presidente Trump, senza i tweet».

Chi non si arrabbierebbe di fronte a 66, anche 90, miliardi andati in fumo? In realtà il problema è politico, perché la Francia non è stata inclusa nel patto Aukus, nonostante la sua presenza – e le sue aspirazioni di influenza – nell’Indo-pacifico, area nella quale cerca da sempre di ritagliarsi un ruolo alternativo a Cina e Usa e dove da un anno “pascolano” anche Germania e Olanda. A qualcuno viene il dubbio che sarebbe stato più difficile annullare un accordo con un intero continente, l’Ue, piuttosto che con un’unica nazione, la Francia? Ma è altrettanto vero che l’Ue fatica, da sempre, a prendere una posizione unica, comoda o scomoda che sia, nei confronti degli Usa, con i quali singoli Stati membri hanno rapporti privilegiati a partire dalla Germania e dalla Francia, ancora di più da quando anche con la Cina mantiene rapporti e interessi, così come fanno anche i singoli Stati membri, di natura economica e soprattutto tecnologica. Fatto, quest’ultimo, che dispiace sempre agli Usa, anche quelli di Biden.

È l’incapacità e l’impossibilità per la UE di intessere relazioni con il mondo intero attraverso un’unica visione, coltivando interessi coordinati e chiari, univoci e irrevocabili, a renderla debole e facilmente bypassabile sia dal resto del mondo sia dagli stessi singoli Stati membri. Lo sa benissimo Macron. Ecco perché fanno quanto meno sorridere le parole di Bernard Guetta, giornalista e politico francese, su La Repubblica: «Oggi a stare veramente male è la solidarietà tra le grandi democrazie, perché per gli europei, per tutti gli europei, e non soltanto per i francesi, il messaggio è chiaro. Nel braccio di ferro con la Cina non abbiamo bisogno di voi…». Buongiorno!