Ricollocata circa la metà della forza lavoro; prevista formazione e assistenza specifica

In linea puramente teorica, saremmo davanti ad un obbligo previsto dalla normativa vigente, la quale chiede alle grandi aziende che intendono licenziare di adoperarsi per favorire la ricollocazione del personale in esubero; nella realtà, questo aspetto viene troppo spesso bypassato, nonostante sia uno dei punti sui quali i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl insistono maggiormente nel corso delle trattative con le imprese. Comunque sia, la Bayer, avendo deciso di chiudere lo stabilimento in provincia di Bergamo, a Filago, nel quale si producono prodotti chimici per l’agricoltura, si è attivata per trovare una ricollocazione al personale in esubero. Delle 46 unità, una ventina saranno reimpiegate in 16 aziende del Bergamasco con il 50% della retribuzione lorda corrisposta per dodici mesi dalla stessa Bayer. Per chi non troverà una immediata ricollocazione oppure non vorrà accettare il trasferimento in un altro stabilimento del Gruppo (a Garbagnate, a circa 50 chilometri da Filago), sono previsti un percorso formativo di riqualificazione ed una azione di supporto da parte di società specializzate nella ricollocazione del personale. Più in generale, la questione della ricollocazione del personale in esubero non è ancora entrata a pieno titolo nell’agenda degli incontri fra il ministro del lavoro, Andrea Orlando, e le parti sociali nell’ambito della riforma degli ammortizzatori sociali.