La plastica e il riscaldamento globale sono tra le minacce più grandi

Si celebra oggi la Giornata mondiale degli Oceani, un evento organizzato dal 1992 da The Ocean Project e dal World Ocean Network, riconosciuto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite dal 2008. “Oceano: vita e sostentamento” è il tema scelto per questa edizione e vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo dei mari nella produzione di ossigeno, di cibo e nell’assorbimento della Co2. L’iniziativa sostiene anche il movimento globale “30×30”, promosso da scienziati e ambientalisti, che punta a far dichiarare area protetta nel 2030 almeno il 30% della superficie terrestre. Diversi sono gli eventi – in presenza e virtuali, dato il momento storico – organizzati in tutto il mondo per celebrare l’evento. Gli Oceani vanno preservati e salvaguardati da alcune minacce che, purtroppo, non mancano. Qualche esempio? Le plastiche, che inquinano i mari, e il riscaldamento globale, che contribuisce ad “acidificare” le acque – un quarto della Co2 atmosferica finisce disciolta nelle acque, trasformandosi in acido carbonico, che aumenta l’acidità –, mettendo a rischio la sopravvivenza di decine di specie marine, a partire dai coralli, dai placton e dai molluschi bivalvi, vitali per l’ecosistema marino. Secondo le stime, mediamente, ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani, che vanno a sommarsi alle oltre 150 milioni di tonnellate già presenti. Se il trend non verrà invertito, stando ad una ricerca del World Economic Forum, nel 2050, il peso complessivo della plastica supererà quello della fauna marina.