di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

Più che l’opinione pubblica, sensibile al tema, la politica – impegnata in altro in questi mesi intensi, fra Pnrr, vaccini, chiusure e coprifuoco – ha forse in parte accantonato una questione che, invece, resta prioritaria. Quella migratoria, con le migliaia di persone che, nonostante la crisi sanitaria ed economica che affligge il Paese, continuano ad approdare in Italia. In prima linea, come sempre, le coste meridionali ed in particolare Lampedusa. Nelle ultime ore, dato anche il bel tempo, sono sbarcate sull’isoletta siciliana, che conta circa 6mila abitanti, più o meno 2mila persone. Una situazione, ancora una volta, insostenibile: il centro accoglienza locale, con una capienza di duecento posti, è di nuovo al collasso. In tutto, dati del Viminale, nel 2021, e non siamo ancora arrivati alla metà dell’anno, mentre gli italiani sono alle prese col virus, le restrizioni, la crescita della povertà e della disoccupazione, sono arrivate nel nostro Paese circa 12mila persone. Possibile che non si riesca a risolvere una simile emergenza, che va avanti da anni, decenni? Il sindaco di Lampedusa, lamentandosi per le difficoltà dei propri concittadini, curiosamente non ha trovato di meglio che prendersela con Salvini e Meloni, per ragioni un po’ stucchevoli di appartenenza partitica. Il ministro Lamorgese ha chiamato il Premier Draghi, con l’intenzione di creare una cabina di regia sul tema migratorio, che coinvolga, oltre agli Interni, anche altri dicasteri, in particolare Esteri, Difesa e Trasporti. Se non si prenderanno delle efficaci contromisure, in estate gli sbarchi continueranno imperterriti, aggravando la capacità del Paese di gestirli in termini di sicurezza, accoglienza, integrazione. Mentre sono sempre di più i nostri concittadini che a loro volta hanno bisogno di aiuti per andare avanti. Il tutto senza neanche considerare il Covid, la necessità di controllare qualunque ingresso dall’estero per evitare la diffusione di virus e varianti, necessità che riguarda tanto i turisti quanto, è doveroso dirlo a tutela della nostra salute pubblica, i migranti. Ci auguriamo che il governo – di unità nazionale – tenga conto delle ragioni del Centrodestra, che rappresenta la maggioranza nel Paese e che chiede una gestione più rigorosa del fenomeno. Non solo, è auspicabile che la nuova “Europa sociale” tratteggiata dalla Von der Leyen si dimostri veramente tale affrontando compattamente un fenomeno che incide profondamente sulla qualità della vita delle persone, specie delle fasce economicamente e socialmente più deboli, soprattutto nell’Europa mediterranea. Non distribuendo il problema orizzontalmente, in una sorta di “mal comune mezzo gaudio”, ma affrontandolo a monte, insieme e quindi in modo più incisivo, nei Paesi di provenienza. Distinguendo finalmente fra migrazioni economiche e persone, poche, effettivamente in fuga da guerre e persecuzioni, accogliendo queste ultime in modo dignitoso e stabilendo limiti per le prime, a tutela di un Continente ormai stremato da un flusso incontrollato e mal gestito.